L’orgoglio degli allevatori tra passione e impegno 

La festa di S. Antonio Abate. In una cinquantina da tutta la Valsugana si sono ritrovati a Pergine per la ricorrenza del patrono e per rinnovare la tradizione dell’imbustamento del sale


ROBERTO GEROLA


Pergine. Una cinquantina gli allevatori che si sono ritrovati ieri mattina a Pergine per celebrare Sant’Antonio Abate, il patrono, morto a 105 anni, degli animali domestici. Il suo ritratto ormai da secoli fa parte dell’“arredo” delle stalle. La comunità agricola, in ogni dove, omaggio il santo “dal porcellino”. Da qualche anno ormai, la ricorrenza vede il raduno degli allevatori della Valsugana (Pinetano, Valle dei Mocheni, Alta e Bassa Valsugana, Vigolana), passando naturalmente per Pergine e la zona dei laghi. Con loro anche esponenti della Federazione allevatori, veterinari, personale tecnico, dipendenti, eccetera. Ritrovo nella chiesa dei Padri francescani, per la celebrazione della messa da parte di don Renato Scoz, cappellano all’Istituto agrario di San Michele. Ieri, per l’occasione, anche il direttore della Federazione Massimo Gentili, il veterinario Mattia Fustini, il presidente degli allevatori Alta Valsugana, Flavio Sighel, l’assessore comunale Carlo Pintarelli, il presidente della Cassa rurale Franco Senesi ed altri. Don Scoz ha illustrato ai fedeli la chiesa che li ospitava, ma anche la storia del santo (251-356).

Era ospite Fernanda Beozzo che, da qualche mese in pensione, è stata vicina (come dipendente della Federallevatori) ai problemi e alle aspettative degli operatori, «Dimostrando sempre molta sensibilità - confidava ieri un allevatore - nei confronti di quanti operano nel settore agricolo». Un settore sempre in difficoltà ma che viene svolto sempre con passione e impegno. Proprio Fernanda Beozzo ha interpretato questo mondo importantissimo per la vita quotidiana di tutti, con un intervento “con il cuore”: una figura importante per «chi come voi fa del proprio lavoro una passione vera. Ho “camminato” con voi più di 40 anni e da voi ho imparato rispetto, devozione e amore che nutrite per le vostre stalle, per il benessere dei vostri animali, trattandoli con riguardo, preoccupandovi e intristendovi quando per forza maggiore si dovevano allontanare per sempre dalle vostre famiglie». Ha parlato di «piccoli aneddoti fatti di confidenze a volte velati da tristezza e malinconia, voi che conoscete come pochi il cielo stellato del mattino e quello della notte, giorno dopo giorno, senza sosta perché questo è il vostro impegno. Chiamati a molte prove, difficoltà, responsabilità, perché questo comporta allevare il bestiame, e per questo dignitoso lavoro siete solo da ammirare, valorizzare, apprezzare. Sono valori fondamentali da consegnare come magnifica testimonianza ed eredità alle generazioni future».

Ha concluso ricordando quanto lavorano fianco degli allevatori: cioè i controllori, i tecnici, gli autisti, i fiduciari, i veterinari, «tutti contribuiscono a fare delle vostre aziende una sana e prospera attività». La messa è stata conclusa con la lettura della preghiera dell’allevatore. Non pochi, specie tra gli allevatori anziani, si sono commossi ascoltando le parole espresse da Fernanda Beozzo. Dopo la benedizione del sale, l’imbustamento e la consegna insieme al ritratto (con preghiera) del patrono, tutti al ritrovo conviviale.

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