IL CASO

Per Messner giusto tener chiuse le piste: "La montagna non è solo sci"

Il re degli Ottomila a Repubblica: "Aspettare gennaio, se gli indici di contagio lo consentiranno, non è una scelta: è un dovere"



ROMA. Da una parte i campioni di oggi, come Federica Brignone, e quelli del passato, Alberto Tomba, a favore dell'apertura degli impianti di risalita, dall'altra Reinhold Messner più incline a quella che sembra essere la linea del Governo sullo slittamento di qualche settimana almeno al via della stagione invernale. 

Il re degli Ottomila si è espresso sull'argomento in un'intervista rilasciata a Repubblica. "Si riducono la montagna, la neve e il turismo, all’industria degli impianti di risalita e ai caroselli sciistici. Chi vive nelle città, in Europa e in Italia, viene convinto che non ha senso il tempo libero in alta quota senza gli sci ai piedi su una seggiovia. Il Covid offre l’opportunità per aggiungere a tutto questo il più vasto universo della libertà. La montagna autentica in inverno resta anche sci alpinismo, sci da fondo, slitta, ciaspole, escursionismo e pattinaggio su ghiaccio. Non si può concludere che senza piste da discesa aperte si vieta alle persone di rigenerarsi nella natura alpina".

Sulla decisione di chiudere o meno gli impianti, quindi, Messner non ha dubbi. Il governo di Giuseppe Conte sembra "si stia muovendo bene" anche perché "non si possono sacrificare migliaia di vite per avere il consenso di chi pretende di comportarsi come se il virus non uccidesse più".

"Aspettare gennaio per riaprire piste e impianti, se gli indici di contagio lo consentiranno, non è una scelta: è un dovere. Ma deve essere chiaro che la montagna, anche in inverno, resta un universo di libertà immenso, sicuro e ricco di opportunità", spiega Messner.













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