Parte la petizione  per l’ascensore Trento- Mesiano

Trento. Chiedono un collegamento veloce (funicolare o ascensore) da Trento a Mesiano. Sono almeno una decina e battono la collina palmo a palmo. Cercano residenti, lavoratori, universitari,...


Jacopo Strapparava


Trento. Chiedono un collegamento veloce (funicolare o ascensore) da Trento a Mesiano. Sono almeno una decina e battono la collina palmo a palmo. Cercano residenti, lavoratori, universitari, professori e bidelli. Sono i volontari del comitato «Pedalando verso Mesiano» -loro stessi studenti o residenti impegnati nella circoscrizione di Povo – e hanno ancora poco tempo: bisogna farcela entro giugno.

Da un paio di settimane sulla collina est di Trento si raccolgono le firme (finora una sessantina) per una petizione da indirizzare a Comune, Provincia e Università. L’obiettivo è arrivare ad averne centinaia, e presentarle al Consiglio Comunale nella seduta monotematico sulla mobilità che si terrà con ogni probabilità tra giugno e luglio. La richiesta? Semplice. Un «collegamento verticale», come lo chiamano loro, un ascensore obliquo, che vada dal fondovalle a Povo e Mesiano. Da collegare al centro storico con nuove piste ciclabili (su via Grazioli e via Trieste) e con una nuova linea di autobus. E con un parcheggio coperto per bici alla base.

«Noi non presentiamo un progetto, vogliamo solo far emergere un’esigenza» dice sul Lungo Fersina Alberto Venuto, 28 anni, che della petizione è il firmatario numero uno. «In pochi anni il polo della collina è esploso – spiega - Oggi abbiamo 1800 persone a Povo, tra studenti e lavoratori; 4100 a Mesiano; 500 a FBK; per non parlare dei quasi 6000 residenti. Il servizio pubblico non basta più». E in effetti, la linea 5 è famosa per essere affollatissima, specie al mattino, quando tutti vanno a lezione o al lavoro.

Del collegamento tra Mesiano e fondovalle si parla da anni. Nel 2005 l’idea fece capolino, nel 2011 l’Università propose uno studio di fattibilità (mai ufficializzato). Nel 2018 si pensò a una funicolare su rotaia, con partenza in piazza Venezia (un piano da 30 milioni, si sarebbe dovuto chiedere un prestito alla Banca Europea degli Investimenti e aiuto alla Provincia) ma non si concluse niente. Oggi invece spuntano le ipotesi dell’«ascensore obliquo», come quello già in cantiere a Riva del Garda, o della «scala mobile» (un preventivo? Più accessibile, solo 3 milioni).

«Si snellirebbe il traffico su via Venezia, si incentiverebbe l’uso dei mezzi pubblici e si potrebbero collegare con Ponte Alto e la ciclabile dei Crozi, già in via di realizzazione» dice Venuto. «Ora però devo andare, ho un impegno proprio a Mesiano» conclude, inforcando la sua bicicletta. La domanda viene spontanea: come ci arrivi, pedalando? A lui viene da ridere «No, no. La lascio lì, dietro al liceo Galilei, poi salgo a piedi». E scherza: «Finché non ci sarà l’ascensore, bisogna fare così!».













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