Grandine mai vista, devastati i meleti della Bassa Val di Sole
Frutticoltura. Danni al raccolto su circa 200 dei 300 ettari complessivi: a Caldes, zona più colpita, perdita stimata dell’80% e del 60 per l’intero consorzio Cofsac. Colpite anche Cavizzana e Terzolas. Intervento dei vigili per pulire le strade dal ghiaccio
Bassa val di sole. Un anno di lavoro spazzato via in una manciata di minuti: vento, pioggia, grandine capaci di distruggere tutto ciò che per mesi è stato coltivato e cresciuto. E che, beffa del destino, era pronto per essere raccolto proprio in questi giorni. Il violento temporale che si è abbattuto mercoledì sera sulla Val di Sole, in particolare nelle zone della bassa valle, ha colpito in maniera devastante soprattutto il comune di Caldes e qualche area di Cavizzana e Terzolas. Qui la grandine è caduta dal cielo copiosa e feroce: le strade sembravano imbiancate da un manto nevoso. Per pulirle è stato necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco volontari
«Una vera calamità»
I danni maggiori, dal punto di vista economico e morale, sono stati causati nei meleti, dove in questi giorni si stavano raccogliendo le mele rosse e i Canada. La settimana prossima sarebbe toccato ai Golden. Il sindaco di Caldes Antonio Maini l’ha definita una vera e propria calamità: «Ci eravamo illusi – afferma con rammarico – che dopo il Covid-19, che ha colpito trasversalmente tutti i settori, almeno il comparto frutticolo fosse stato risparmiato, al di là delle difficoltà nella gestione del rischio infettivo per i collaboratori di raccolta. A Caldes no. Anche questa economia, in pochi minuti, è stata gravemente colpita in gran parte del comune». Nei meleti della bassa valle, oltre al sindaco Maini e al cda del Consorzio Frutticoltori Sant’Apollonia Cofsac guidato dal presidente Michele Iachelini, sono arrivati nella giornata di ieri anche l’assessore provinciale Giulia Zanotelli, il presidente e la direttrice di Codipra, Giorgio Gaiardelli e Marica Sartori, e una delegazione di Melinda, tra cui il presidente Michele Odorizzi.
Le prime stime
Si stimano danni su circa 200 ettari, su un areale complessivo di 300, con perdite che possono arrivare anche alla compromissione totale del prodotto. «Oggi (ieri, ndr) abbiamo effettuato con i nostri tecnici una prima ricognizione e un sopralluogo nelle zone colpite – spiega Marica Sartori –. Allo stato attuale stimare e quantificare il danno risulta difficile e dovremo attendere sino a che non si saranno stabilizzati gli effetti sui frutti». Si parla dell’80% della produzione andata distrutta nel Comune di Caldes, del 60% nel Consorzio Cofsac. Bisognerà poi valutare i danni alle piante che potrebbero avere effetti negativi sulle future produzioni.
Il sostegno del Patt
Dal canto suo l’assessore Zanotelli, così come hanno fatto i consiglieri del Patt Ossanna, Demagri, Dallapiccola e Rossi, ha manifestato la propria vicinanza e il sostegno da parte della Provincia agli agricoltori: «Purtroppo ancora una volta, dopo l’evento estremo che ha colpito ad agosto Trento sud, dobbiamo far fronte agli effetti della grandine – commenta –. Sappiamo che la continuità delle produzioni è fondamentale per la redditività delle imprese agricole, oltre che per le cooperative di raccolta e commercializzazione del prodotto». La convinzione è che questi eventi meteorologici estremi si susseguano con sempre maggiore frequenza e intensità a causa del cambiamento climatico. Per questo è importante, come ricorda la Provincia in una nota, che l’impresa agricola adotti tutte le strategie e tutti gli strumenti possibili per tutelarsi fino alla copertura totale delle perdite.
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