«Difficile lavorare a Mostizzolo una desolata terra di nessuno» 

Lo sfogo del giovane imprenditore. Il torinese Ivan Zappaterra un anno e mezzo fa con la compagna nonesa ha preso in gestione l’ex albergo: «Mancano indicazioni, sicurezza e parcheggi. Hanno chiuso anche i pochi che c’erano»


Giacomo Eccher


Mostizzolo. Da snodo di collegamento tra le valli di Non e di Sole a desolata terra di nessuno. Questo è oggi Mostizzolo, il punto di approdo da monte della ciclabile della Valle di Sole, ancora in attesa del tanto agognato proseguimento verso Cles e il resto della provincia. Attualmente la ciclabile è chiusa ma la bella stagione è ormai (quasi) alle porte e i recenti lavori ai guard rail decisi dalla Provincia complicano ancora di più una situazione già difficile di suo. A dirlo è Ivan Zappaterra, 30 anni, giovane ristoratore di origini torinesi che da un anno e mezzo, assieme alla compagna nonesa, ha preso in gestione l’ex albergo Mostizzolo, ora casa vacanze con sei stanze, ristorante - bar e bicigrill. Un lavoro – spiega – che ogni giorno diventa sempre più in salita soprattutto per la mancanza di parcheggi e di sicurezza per gli attraversamenti, visto che l’albergo è proprio all’incrocia dove la SS 43 della Val di Non si innesta nella SS 42 del Tonale e della Mendola.

Nessuna indicazione o percorso segnato nemmeno per quei ciclisti che arrivati qui sulla ciclabile della Valle di Sole volessero raggiungere la vicina stazione della Trento-Malé per proseguire verso Trento o solo raggiungere Cles oppure Dermulo dove la ciclabile riprende almeno fino alla Rocchetta. «Posto abbandonato, non ci sono segnali per attraversamenti pedonali ed un unico lampione ad illuminare la scena, e d'inverno le notti sono lunghe: veramente difficile lavorare qui» - afferma.

Zappaterra, quando aveva deciso di impegnarsi in questa nuova sfida, aveva raccolto incoraggiamenti dagli amministratori presenti all'inaugurazione, promesse che finora non hanno avuto seguito. «Noi stringiamo i denti, la speranza è l’ultima a morire perché qui le potenzialità ci sarebbero e le soluzioni sono sotto gli occhi di tutti, basterebbe la volontà. Basta volerle adottare» - afferma.

L’ultima delusione è arrivata con la posa di una serie di guard rail avvenuta nei giorni scorsi che ha intercluso un serie di piccoli spazi a bordo carreggiata che servivano, anche se non regolamentati, per poter parcheggiare qualche vettura. E non creavano danni a nessuno. Un bel giorno hanno chiuso tutto lasciando dentro anche una vettura Renault di targa francese abbandonata lì da chissà quanto tempo, nell'indifferenza totale. Adesso è curioso vedere come verrà fatta sloggiare o comunque portata via: servirà una gru, altrimenti di lì non si muove.

«Il Trentino che immaginavo era la patria dell'ordine e dell'efficienza, una terra vocata principalmente al turismo e all'accoglienza: diciamo che qualche delusione la sto provando. E questo soprattutto per quanto riguarda la ciclabile pensando alle potenzialità che avrebbe una sua più corretta valorizzazione. Da Mezzana in giù è meravigliosa per cura e paesaggi, ma poi finisce qui a Mostizzolo: un imbuto dove tutto cambia. Non mi pare un bel biglietto da visita per il Trentino».

Per il futuro Zappaterra non si fa ha grandi illusioni. «Quando abbiamo inaugurato il locale un anno e mezzo fa ho sentito tante belle frasi dagli amministratori pubblici sulla strategicità di Mostizzolo considerata come la porta della Val di Sole e la cerniera con la Val di Non. Al bar invece i clienti locali nei loro commenti erano assolutamente disillusi sulla volontà di fare davvero qualcosa. Purtroppo hanno avuto ancora una volta ragione».

Ora la bella stagione si avvicina e il ristoratore spera che qualche intervento per la sicurezza dei ciclisti e degli ospiti sia fatto. Aspettando il prolungamento verso Cles della ciclabile, di cui si parla ormai da anni.













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