Val di non. Dopo quelli solandri si muovono anche i sindaci nonesi per sollecitare il ripristino del day hospital oncologico dell’ospedale Valli del Noce di Cles. «È stata una riunione informale per esprimere una preoccupazione diffusa nelle comunità, ma con spirito costruttivo in dilago con le autorità provinciali ed in un’ottica che guardi al futuro oltre che all’immediato. La presenza sul territorio di un presidio ospedaliero operativo, efficiente ma anche facilmente accessibile è fondamentale per tutta l’asta del Noce, dalla Rotaliana alla valle di Sole», si limita a commentare il sindaco di Sanzeno, Martin Slaifer Ziller, fresco presidente della conferenza dei primi cittadini della valle di Non che si sono riuniti l’altra sera in videoconferenza. Slaifer Ziller, con i colleghi, sta per questo preparando un documento che sarà reso pubblico a breve in cui verrà affrontato non solo il tema del day hospital oncologico ma l’intera problematica della sanità nella valle di Non. Sulla chiusura del DH oncologico a Cles si erano - come detto - già mossi i consiglieri del Patt (con in testa la clesiana Paola Demagri) e i sindaci della valle di Sole che dalla “improvvida” decisione della Provincia di chiudere il servizio si sentono, giustamente, ancora più penalizzati dei colleghi nonesi anche perché le distanze delle loro comunità dal capoluogo sono mediamente ben maggiori. Sulla riapertura (prossima?) del DH oncologico a Cles, come ha ricordato ieri anche il Trentino, continuano le rassicurazioni da parte dell’Assessorato provinciale alla Salute e dei vertici dell’Azienda sanitaria, e adesso si attendono i fatti. Ma non era il caso di pensarci bene prima di sopprimere con un tratto di penna un servizio così essenziale e determinante per la salute, leggi sopravvivenza, delle persone? G.E.