Le funivie pronte per ripartire:  «Siamo il motore della montagna» 

Impianti di nuovo in funzione. La soddisfazione della presidente nazionale Ghezzi: «Il lavoro svolto da Trento  e Bolzano sarà la base del confronto con il governo». Un po’ di ansia per le misure di contingentamento e sanificazione


Gianluca Marcolini


TRENTO. «Per la montagna siamo un motore, ma forse non tutti se ne rendono conto o se lo ricordano». Valeria Ghezzi, oltre a guidare la Funivie Seggiovie San Martino di Castrozza, è anche la presidente nazionale dell’associazione degli esercenti funiviari (l’Anef), dunque la più titolata a dar voce alla categoria degli impiantisti, che è pronta a rimettersi finalmente al lavoro dopo quasi tre mesi di stop causa emergenza sanitaria. La Provincia, l’altro giorno, ha di fatto dato il via libera alla ripartenza (fissata per sabato prossimo) approvando il protocollo Covid che fissa le misure da adottare per lo svolgimento dell’attività in piena sicurezza. La soddisfazione per il risultato raggiunto si mescola a un po’ di comprensibile ansia dovuta alle incognite riferite a una stagione turistica tutta da vivere e scoprire.

«Abbiamo partecipato al tavolo della Provincia, assieme ai sindacati, e il frutto di questo lavoro riassume al meglio ciò che poteva essere realizzato», spiega Valeria Ghezzi. «Le regole che ci siamo dati a livello di territorio di Trento e Bolzano e con Anef - prosegue - rappresentano la base del lavoro con Uni che, una volta concluso, vogliamo portare al tavolo del confronto con il governo affinché tali misure vengano adottate su tutto il territorio nazionale». La nostra regione, dunque, ancora una volta fa da apripista per quanto concerne l’attività svolta in montagna. «Nel resto d’Italia solo la Lombardia ha assunto un’iniziativa che riguarda lo Stelvio, per il resto si utilizzano per gli impianti funiviari le norme che regolano il normale settore del trasporto pubblico». Ma c’è una bella differenza fra un autobus di linea e una cabinovia.

La ripartenza del settore delle funivie è quasi una conditio sine qua non per il rilancio del turismo estivo in montagna, che potrebbe registrare una forte crescita proprio a causa delle incertezze che ancora accompagnano questa fase di post emergenza sanitaria. «Il mare la farà ancora da padrone ma la montagna, quest’estate, potrebbe registrare maggiori preferenze, fra i vacanzieri italiani, rispetto al passato», sottolinea la presidente di Anef, che snocciola anche un recente sondaggio: se fino all’anno scorso oltre il 60% degli italiani diceva di preferire il mare e il 10% la montagna, quali mete per le vacanze estive, adesso i numeri parlano di un 46 per cento contro 19.

Le misure contenute nel protocollo approvato dalla giunta provinciale hanno ottenuto la condivisione degli stessi impiantisti ma qualche comprensibile timore rimane: «L’obbligo di far rispettare una capienza massima di due terzi della cabina non è così semplice da mettere in atto, ma ce la faremo. Siamo pronti». Praticamente tutti ripartiranno sabato prossimo, o comunque nel giro di pochi giorni. E a tornare in attività sarà praticamente tutta la forza lavoro. «Per far funzionare i nostri impianti ci occorrono tutti gli addetti», conclude Ghezzi.

Prontissime alla ripartenza sono anche le funivie Catinaccio della Val di Fassa. «Abbiamo approntato tutto ciò che servirà per il rispetto delle misure contenute nel protocollo e direi che ci avviciniamo al momento con grande voglia e tranquillità», spiega il responsabile marketing Ugo Fracasso. «Non siamo preoccupati di ciò che dovremo attuare - prosegue - neppure degli obblighi di contingentamento e delle eventuali ripercussioni, piuttosto l’unico timore può essere per la sanificazione continua ma ci siamo organizzati adeguatamente».

Chi si accinge a vivere la stagione estiva con qualche preoccupazione è invece uno dei rifugisti che basa molta della propria attività sulla presenza della funivia. «Non tanto per i mesi di giugno e luglio - spiega Guido Bernard della Capanna Piz Fassa - mentre da metà luglio in avanti ho qualche timore perché quello è un altro tipo di fruitore della montagna, che utilizza prevalentemente la funivia. Staremo a vedere. A me, quest’anno, basterebbe chiudere in pareggio. Sarebbe già tanto».













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