In passerella i camion (e non solo) usciti dal libro dei ricordi

mezzolombardo. Si terrà domani, per la prima volta nel piazzale della ditta di autotrasporti Ghezzi & Luchin, la terza edizione della “Giornata del veicolo d'epoca”, con l'esposizione di una...


Marco Weber


mezzolombardo. Si terrà domani, per la prima volta nel piazzale della ditta di autotrasporti Ghezzi & Luchin, la terza edizione della “Giornata del veicolo d'epoca”, con l'esposizione di una cinquantina di camion d'epoca, ovvero che hanno almeno 20 anni di vita (ma molti ne hanno parecchi in più), nonché numerose auto e moto d'epoca e anche alcuni pullman. Organizzatori della manifestazione sono Bruno Andreatta e Giorgio Ghezzi, dell'associazione “Cavalli pistoni ricordi emozioni” e del “Circolo italiano camion storici Gino Tassi”, del quale Giorgio Ghezzi è presidente.

«Per poter diventare camion d'epoca – afferma Ghezzi – occorre che siamo passati almeno vent'anni dall'immatricolazione. Superati i trenta diventano storici. I registri autorizzati a rilasciare la certificazione sono il registro Asi (Automobilclub Storico Italiano), il registro Fiat, il registro Alfa Romeo, il registro Lancia. Ovviamente i veicoli devono avere determinate caratteristiche ben definite. Per le moto, il registro di riferimento e quello della Fmi, Federazione Motociclistica italiana».

Quali sono le principali differenze tra i veicoli di una volta e quelli attuali?

«Direi sicuramente la facilità di guida e il comfort. Non esisteva l'aria condizionata, per esempio... Provi a immaginare cosa significava viaggiare per ore e ore chiusi nella cabina di un camion in estate. Poi il rumore assordante: uno dei problemi degli autisti erano nel tempo i danni all'udito. I camion di oggi hanno le cabine insonorizzate e con l'aria condizionata».

E la guida? Cos'è migliorato nella guida?

«Il servosterzo è stata un'invenzione che ha rivoluzionato il modo di guidare. È stato importante per le automobili, è stato determinante per i mezzi pesanti, per i camion. Poi c'è il discorso freni, che non è una bazzecola. I tempi di frenata erano proporzionati al peso del veicolo, l'autista doveva calcolarli bene. Assolutamente non poteva permettersi di schiacciare il pedale del freno in ritardo. Non dico che oggi sia facile guidare un camion, ma è sicuramente molto più facile di quanto era allora».

Tra i mezzi esposti ci saranno anche i 12 camion che fanno parte della collezione privata di Giorgio Ghezzi, compresi un Lancia Esadelta del 1959 e un Volvo F85, unico esemplare esistente in Italia. I camion fanno parte della sua vita da quando aveva i pantaloni corti, essendo figlio di Livio Ghezzi, camionista e imprenditore nel campo degli autotrasporti, fondatore nel 1962 con Gianni Luchin della ditta Autotrasporti Ghezzi & Luchin. Fu il papà di Livio, nonno “Beppino”, il primo autotrasportatore di casa Ghezzi, fondando nel 1939 la propria ditta individuale. Giorgio Ghezzi è presidente del “Circolo italiano camion storici” e benché il suo lavoro si svolga principalmente in ufficio è comunque in possesso di tutte le patenti necessarie a guidare i suoi “bestioni”. Quando serve fare un viaggio improvviso, non disdegna uscire dall'ufficio e mettersi al volante di uno dei suoi camion.

La giornata del veicolo d'epoca si svolgerà domani in via Trento 70, nel piazzale Autotrasporti Ghezzi. Il programma prevede dalle 9 alle 10 l’arrivo dei veicoli in esposizione, provenienti da diverse località del nord Italia ma anche da Austria e Germania. Alle 11 esibizione musicale del cantante camionista Giampiero Marini. Dalle 14 alle 18 “discussioni e sfottò fra i partecipanti, mantenendo il distanziamento sociale”. Per questioni di organizzazione, chi intende visitare l'esposizione è preferibile lo comunichi telefonicamente o via e-mail a Giorgio Ghezzi (giorgio@trasportighezzi.com), telefono 335 8062700. Ovviamente è d'obbligo essere muniti di mascherina.

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