La storia

Gettano un vecchio tabernacolo nei rifiuti a Lavis: ma era un pezzo raro e prezioso risalente al Settecento

Intervengono i carabinieri e lo fanno analizzare ai tecnici della Soprintendenza: si tratta di un manufatto di pregio e che ora sarà valorizzato dalla Provincia



LAVIS. I Carabinieri del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale di Udine hanno consegnato alla Soprintendenza per i beni culturali della Provincia Autonoma di Trento un tabernacolo policromo in legno “a tempietto” recentemente sequestrato a Lavis dai militari dello speciale reparto che opera per la prevenzione e la repressione dei reati commessi in danno del patrimonio culturale.

L’assegnazione, a seguito di confisca, è avvenuta presso il Comune di Lavis, alla presenza del Sindaco Andrea Brugnara, da parte del Comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Udine, Lorenzo Pella, nelle mani del Soprintendente per i beni culturali, Franco Marzatico.

Il pregiato manufatto, di bottega trentina, risalente al XVII/XVIII secolo «esprimente sicuri caratteri di interesse culturale», come certificato dagli esperti della locale Soprintendenza, era stato rinvenuto, lo scorso giugno, nel centro di raccolta zonale per lo smaltimento di rifiuti.

Il ritrovamento, che aveva destato grande stupore e curiosità, era stato immediatamente comunicato ai Carabinieri della locale Stazione che, a loro volta, si erano premurati di informare i colleghi del Nucleo Tpc di Udine, territorialmente competente anche sulla Provincia Autonoma di Trento.

Il manufatto artistico era stato pertanto sequestrato e, su disposizione della locale Procura della Repubblica, depositato temporaneamente nei locali del Comune di Lavis dove gli esperti della Soprintendenza avevano effettuato i primi accertamenti di natura tecnica.

Lo studio che ne è seguito, svolto anche in collaborazione con l’Arcidiocesi di Trento, ha consentito loro di certificare che il tabernacolo, delle dimensioni di cm 123 x 76 x 52, in un buono stato di conservazione, rappresentasse un’opera artistica e cultuale di assoluto pregio, tipica della manifattura locale di epoca sei/settecentesca, fino a quel momento non nota né catalogata, compatibile con una possibile proprietà privata.

Le indagini sulla provenienza del descritto bene culturale - condotte congiuntamente dal Nucleo TPC di Udine e dell’Arma di Lavis - le cui immagini ed i dati descrittivi non trovavano riscontro nella “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più grande database al mondo di opere d’arte rubate gestito dal Comando TPC, non hanno consentito - per il momento - di associarlo a nessun furto di manufatti simili occorso in zona, tanto che si ritiene che possa provenire da una cappella privata e che sia stato conferito in discarica da ignoti che se volevano liberare.

Al termine dell’iter processuale, il Giudice per le Indagini Preliminari di Trento ha disposto la confisca del manufatto artistico da eseguirsi da parte del Nucleo TPC di Udine a favore della Soprintendenza per i beni culturali della Provincia che provvederà alla conservazione ad alla valorizzazione di questo pregevolissimo bene artistico e cultuale che potrà quindi essere ammirato e studiato da appassionati ed esperti del settore.













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