IL CASO

La denuncia: “Consulta del sistema educativo Trentino ridotto al mutismo. La giunta non ci ascolta”

Lo ha detto il presidente Ceschi in Quinta commissione. L’organismo vorrebbe esprimere il suo parere sulle assunzioni ma non viene coinvolto. Dissenso per l'allungamento dell'anno scolastico delle scuole d'infanzia a luglio



TRENTO. Il Consiglio del sistema educativo è stato ridotto "al mutismo e all'irrilevanza". Durante l'audizione in Quinta commissione del Consiglio provinciale, il presidente Giovanni Ceschi - riferisce una nota del Consiglio provinciale di Trento - ha ricordato che la richiesta dell'incontro con la commissione deriva dal disagio dei consiglieri, espresso in una mozione mandata a Fugatti e Bisesti, causato dal fatto che nessun parere, peraltro obbligatorio per legge, è stato richiesto a questo organismo dalla Giunta anche in presenza di una situazione di emergenza, così come non c'è stata risposta ai documenti trasmessi.

In sostanza i consiglieri rilevano la loro irrilevanza, anche perché il Consiglio del sistema educativo si è trovato davanti a dati di fatto ed è stato quindi relegato al ruolo di mero luogo di dibattito. Nei fatti il Consiglio vorrebbe esprimere il suo parere sulle assunzioni: dei 45 milioni di euro stanziati dall'assessore Bisesti, ha aggiunto Ceschi, ne sono stati spesi 15 milioni ma stando all'ultima delibera l'incremento del personale, per il prossimo anno scolastico, sembra essere tornato ai volumi pre pandemici.

Il Consiglio, inoltre, ha espresso il suo dissenso per l'allungamento dell'anno scolastico delle scuole d'infanzia a luglio e c'è il timore che questa scelta, fatta nel nome dell'emergenza, diventi col prossimo anno normalità. Infine, Giovanni Ceschi ha detto che c'è la necessità di un informazione sulle vaccinazioni per gli insegnanti, interrotte a metà di aprile, e sugli esami di fine corso della formazione professionale.

Il vicepresidente Maurizio Freschi ha affermato che sulla riapertura totale, dopo metà mese, delle scuole ci si chiede come si potranno garantire i trasporti al 50% e ha espresso il timore che gli studenti diventino, come è accaduto a novembre, il “capro espiatorio” per tornare alla zona arancione. Quindi, ha chiesto all’assessore di ponderare bene la scelta.

Il dirigente del Dipartimento scuola, Roberto Ceccato, sugli impegni finanziari, ha spiegato che dei 45 milioni inseriti in finanziaria, per il 2020 sono stato impegnati 15 milioni e altri 30 lo saranno nel corso del 2021. Un investimento che non ha uguali in Italia. La delibera sulla ripresa di settembre, ha detto ancora, è simile a quella del Governo. Il rispetto dei parametri sanitari, fissati lo scorso luglio, implica 250 classi in più e per questo servono circa 20 milioni per il 2021 - 2022, soldi che non ci sono e sono rinviati all'assestamento. Sui trasporti servono investimenti sui mezzi che richiedono una programmazione perlomeno biennale.













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