l'emergenza

Il Cts lancia l’allarme: “Servono misure più restrittive”. Il governo pensa a un nuovo Dpcm

Il Comitato Tecnico Scientifico chiede “un innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale”. Il Dpcm appena varato rischia di venire superato da un altro decreto: il governo deciderà entro la settimana le nuove restrizioni



TRENTO. Fosse dipeso dagli scienziati del Cts, le misure sarebbero state certamente più restrittive, soprattutto in quelle zone, non rosse, dove l’incidenza supera i 250 casi ogni 100mila abitanti e per le quali la chiusura delle scuole è solamente demandata ai governatori mentre per il Comitato tecnico scientifico, con questi dati dovrebbe scattare automaticamente la zona rossa. È la situazione del Trentino, che da tempo fa registrare il secondo dato peggiore in Italia subito dietro Bolzano, ciò nonostante il presidente Fugatti ha deciso di tenere le scuole aperte (facendo comunque capire che se la situazione dovesse permanere grave la chiusura sarà inevitabile).

Il Cts è tornato a chiedere al governo un ulteriore inasprimento delle misure su tutto il territorio nazionale e la riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità. “Alla luce dell'aumento sostenuto della circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità - si legge nel verbale dell’ultima riunione del Cts - si ribadisce di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità. Analogamente a quanto avviene in altri paesi Europei, anche a causa delle varianti virali che potrebbero potenzialmente ridurre l'efficacia di alcuni vaccini, si rende necessario un rafforzamento/innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale al fine di ottenere rapidamente una mitigazione/contenimento del fenomeno epidemico, indipendentemente dai valori di incidenza".

Nel corso della riunione gli esperti hanno anche auspicato una "tempestiva conclusione" della revisione dei parametri del monitoraggio, in modo da rendere "più rapida l'azione di contenimento/mitigazione" da attuare sia a livello nazionale che locale.

La soglia dei 250 casi, inserita nel nuovo Dpcm, era è stata proposta lo scorso 8 gennaio come tetto sopra il quale far scattare in automatico la zona rossa, proposta bocciata dai presidenti di Regione e poi accantonata dal governo che non l'aveva inserita nel Dpcm del 14 gennaio. Ora invece è stata recepita, ma solo per quanto riguarda le scuole e si è lasciato ai governatori la responsabilità di intervenire ulteriormente. Gli esperti hanno però ribadito al governo che alla limitazione dell'attività scolastica faccia seguito anche una limitazione degli altri servizi, compresa la chiusura dei centri commerciali. 

Il nuovo Dpcm appena approvato rischia di essere già vecchio e presto superato dalle nuove misure: il governo questa settimana deciderà il da farsi, dalla chiusura automatica delle scuole nelle zone con alta incidenza di casi fino all’estensione delle zone rosse.













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