Addio a Ghezzi, vero “motore” del volontariato

Sella giudicarie. Per quasi quarant'anni Serafino Ghezzi (nella foto sopra, in una bella immagine familiare), di Bondo, aveva condotto bus dell'Atesina, ora Trentino Trasporti. La sua tratta abituale...



Sella giudicarie. Per quasi quarant'anni Serafino Ghezzi (nella foto sopra, in una bella immagine familiare), di Bondo, aveva condotto bus dell'Atesina, ora Trentino Trasporti. La sua tratta abituale era la linea del Caffaro. Personaggio noto in valle, forse più per il suo impegno altruistico che non per il suo lavoro. Ieri l'altro, anche lui si è dovuto arrendere alle insidie di questo maledetto Coronavirus, che da queste parti si sta diffondendo quasi a macchia d'olio, con il centro maggiormente colpito che resta la zona di Borgo Chiese, realtà territoriale che solo l’altroieri ha riscontrato ben due concatenati decessi, senza dimenticare i tanti che devono rimanere inchiodati in casa per la quarantena. L'epidemia non ha nemeno risparmiato il concittadino frate cappuccino Antonino Butterini, da tempo malato al convento di Terzolas.

Ma tornando a una delle perdite più pesanti per il settore dell’impegno altruistico, ovvero appunto quella di Serafino Ghezzi, inizialmente quando aveva manifestato le prime avvisaglie della malattia, era stato ricoverato all'ospedale di Tione ma qualche giorno dopo, visto il soppragiunto aggravamento, i medici avevano convenuto di trasferirlo al Santa Chiara di Trento, dove purtroppo la sua fibra, pur forte, ha dovuto cedere. Aveva 70 anni e lascia la moglie Miriam Podetti, di origini solandre, nonché le figlie Sarah e Romina. Quest'ultima dovrebbe riuscire ad essere a Pra di Bondo solo il 3 aprile, considerato che da anni, come suora laica, vive in Perù e dunque è evidente che, a maggior ragione vista la situazione mondiale legata al Coronavirus, le incombenze per rientrare in patria sembrano andare piuttosto a rilento. «Stiamo preparando una sistemazione – dicono gli zii Luca e Mara - perchè quando arriverà nostra nipote abbia ad avere uno spazio adeguato e tutto per sè».

In quella missione Serafino, appunto a sostegno di Miriam, era andato più volte per dare manforte alla figlia che in quella terra si stava facendo in quattro per aiutare e far crescere le condizioni di vita di coloro il cui futuro è difficoltoso.

Serafino, che per le figlie stravedeva, era poi l’autentico “motore” di un volontariato ancora più esteso: con l’associazione Operazione Mato Grosso e l'Auser di Tione intratteneva rapporti quasi a livello quotidiano, era sempre pronto a fare da autista per il Gruppo Sportivo Bondo e una presenza fissa e preziosa nel gruppo anziani del paese.

«Serafino come altri trenta volontari si dava da fare per portare sostegno, con visite programmate, a persone bisognose. Nel solo 2019 – dice il coordinatore Flavio Valenti – nelle Giudicarie come Auser le uscite risultano 1.700 e i chilometri percorsi 100 mila e il tutto in forma gratuita».

Anche la moglie di Serafino non è da meno tanto che di frequente dava una mano a coloro che a Bondo, Pra di Bondo e circondario erano in difficoltà.

Gli ex colleghi autisti di bus sono provati per la morte di Serafino. Da Mario Panelatti ad Adelio Cimarolli, a Giuseppe Failoni, la vicinanza alla famiglia viene dal cuore . «Era uno di noi, ma spesso e volentieri, umanamente parlando, ci superava...» dice Cimarolli che con Serafino aveva intrapreso il mestiere iniziando da Penia nelle vicinanze di Canazei. A.P.

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