SEN JAN

Il mondo ladino ha festeggiato il neo pensionato Chiocchetti

Il direttore dell’Istitut Cultural Ladin de Fascia, Fabio Chiocchetti, è in pensione


Valentina Redolfi


SEN JAN. Il direttore dell’Istitut Cultural Ladin de Fascia, Fabio Chiocchetti, è in pensione (nessuna novità, intanto, sul nome del suo successore, ndr). Notizia nota e l’altro giorno, al Ristorante Daniel Zen a Vigo, casa natale del vescovo ladino al quale Chiocchetti ha dedicato il suo libro “Misteres del Cjaslir”, è stato festeggiato dagli amici dell’Union di Ladins. C’erano il presidente dell’Union di Ladins de Fascia, Fernando Brunel, e il presidente onorario Antone Pollam, la presidente dell’Union Generela di Ladins dla Dolomites, Milva Mussner, la presidente del Grop Ladin da Moena, Angela Chiocchetti e l’ex intendente scolastico ladino dell’Alto Adige, Roland Verra, l’artista fassano Claus Soraperra e molti amici che con lui hanno condiviso la sua carriera professionale, dunque dell’Istitut Cultural Ladin “Majon di Fascegn” e del Museo Ladin de Fascia, due delle più importanti istituzioni ladine della valle e dell’intera area ladina. Chiocchetti ne è stato il primo e unico direttore. Quarantadue anni di servizio caratterizzati da progetti, pubblicazioni, raccolta di materiale, espansioni di sedi del Museo sul territorio, ricerche scientifiche. Di contatti e relazioni con la popolazione, con professori internazionali, con artisti e artigiani.

L’Istitut e il Museo con Chiocchetti hanno portato il nome di Fassa e dei ladini a livello internazionale ed è grazie al grande contributo dato dalle due istituzioni se oggi il ladino e i fassani hanno importanti diritti riconosciuti.

A livello personale, il direttore Chiocchetti è anch’esso un’istituzione per Fassa e la Ladinia. Carattere non facile ma sicuramente persona onesta e di grandi valori, che ha sempre seguito in ogni progetto e ogni azione. Questo gli ha portato elogi e meriti riconosciuti ma anche critiche, soprattutto da chi pare preferire una val di Fassa meno legata al ladino e più al turismo all’economia. Un realtà che sicuramente non ha reso piacevole il passaggio al pensionamento per Chiocchetti. Ma così è.

Durante la festa organizzata dall’Union di Ladins a Vigo, Chiocchetti è stato ringraziato per tutto ciò che di buono e bello ha fatto, il tutto in un clima semplice e nel suo stile. C’era la musica degli amici Davide Monti e Maria Kleary e “De chi de la Grenz” di Moena, è stato omaggiato con canti, parole, momenti di commozione, regali, rime, poesie, letture di suoi testi e anche proposte di collaborazione. Proprio come fosse stato a casa sua con la sua famiglia, peraltro anch’essa presente.

Fabio Chiocchetti ha ringraziato tutti e ha espresso anche una breve riflessione. «Tutto il lavoro all’Istitut di questi anni – ha detto – è stato fatto per garantire un fondamento scientifico e inconfutabile alla nostra comunanza, per il futuro della nostra comunanza. Non si può dire che il percorso sia stato concluso e che ci sia stato un raggiungimento degli obiettivi prefissi. Siamo infatti in un momento difficile, nel quale sembra quasi che ciò che è stato fatto fino a ora sia come la “neif d’aisciuda che deslabeea te n sent e amen” (neve in primavera che si scioglie in un attimo); sembra che la gente si accontenti di un carino dialetto, che la comunità abbia perso i fondamenti e non sia più disponibile a portare avanti questi valori. Perciò il lavoro non è stato portato a termine, ma posso dire che in tutti questi anni mi sono divertito e ho vissuto momenti indimenticabili. Possiamo anche accontentarci, non dovevamo fare la rivoluzione... Se abbiamo fatto qualcosa di buono, si vedrà in futuro, in fondo è vero anche che “la neif de mé, la engrascia ciampes e pré” (la neve di maggio concima campi e prati)».

 













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