Dalla giunta di Cavalese critiche a Cavada

Cavalese. Non sono piaciute le esternazioni del consigliere provinciale leghista, Gianluca Cavada, sul significato della bandiera europea, al sindaco di Cavalese, Silvano Welponer, e ai due...



Cavalese. Non sono piaciute le esternazioni del consigliere provinciale leghista, Gianluca Cavada, sul significato della bandiera europea, al sindaco di Cavalese, Silvano Welponer, e ai due componenti del gruppo di opposizione Beppe Pontrelli e Carmelo Zini, che in una nota bocciano senza appello il comportamento del consigliere provinciale fiemmese. Il quale, in sostanza, ha detto che preferisce veder sventolare la bandiera del Trentino, piuttosto che il vessillo europeo. «Caro Consigliere Cavada - scrivono i politici comunali locali rivolgenrodi in prima persona al politico provinciale -, prima di parlare di Europa, della sua bandiera, occorre sviluppare piena consapevolezza delle proprie responsabilità, soprattutto quando si è rappresentanti di istituzioni e quindi portatori e primi testimoni di valori che dovrebbero essere universali ma che, purtroppo, in gran parte del mondo sembrano inesistenti». La nota si rifà quindi ai valori e ai contenuti della nostra Carta Costituzionale, al fatto che le «Nazioni hanno creduto in valori e visioni con valenza superiore a quella di una mera bandiera, che vanno oltre alla limitatezza del noi». Quindi, il richiamo alla situazione che stiamo vivendo. «In questo momento non appare indispensabile ammainare bandiere e polemizzare con l'Europa. Sono ben altre le priorità. L' emergenza sanitaria è di dominio pubblico, con difficoltà da gestire e da affrontare, con la malattia che dilaga, i contagi da gestire, i continui lutti, con problematiche che presentano ogni giorno, ogni ora, dinamiche differenti, con uno smarrimento collettivo che, per quanti sforzi tutti stiano facendo, ha messo a dura prova la stabilità del Paese. Per questi motivi, per tutta la straordinarietà e la difficoltà della situazione, quello di cui nessuno ha bisogno è di iniziative sterili e inutili. Di certo noi amministratori comunali non crediamo sia il cambio di bandiera a risolvere il problema e nemmeno a dare un segnale di ripresa. Le vogliamo ricordare, piuttosto, come l'Autonomia che Lei rappresenta è figlia dell'Europa». E ancora: «La gente trentina ha imparato ad attraversare i passi e a scalare le montagne per non avere confini. Ma a quanto pare, Lei ci invita a fare l'esatto opposto: costruire muri e barriere, illudendo che questo possa condurre la gente a sentirsi più libera e difesa. Il Trentino, se non guarda all'Europa, rischia di rimanere "piccolo e solo" schiacciato dalla morsa accentratrice centrale e senza possibilità di riprendersi e svilupparsi. In questo momento la priorità non risulta l’eliminare i simboli della nostra appartenenza all'Europa quanto piuttosto andare avanti a testa bassa, dimostrando di essere solidali e una vera comunità».

Al proposito, anche l’ex assessore provinciale fiemmese Mauro Gilmozzi, ieri ha condiviso il messaggio scritto dal sindaco Welponer e dalla sua giunta. In particolare, l’amministrazione cavalesana chiudeva così: «Con un certo rammarico per l’invito formulato a mezzo social, vorremmo anche spiegare che questa Amministrazione non intende raccogliere il suggerimento di sfida formulato da Gianluca Cavada, in merito ai pennoni esposti in Via Valmoena a Cavalese, con cui ci sollecitava ad ammainare la bandiera europea e issare, invece, la bandiera del trentino, perché non soltanto esula dalle nostre preoccupazioni in questo momento ma soprattutto perché le difficoltà nel dialogo con l’Europa in questo frangente non possono risolversi cancellandone i simboli, quanto affrontandole nelle sedi competenti con un dialogo deciso e costruttivo come quello impostato a voce ferma delle nostre istituzioni centrali. Un atteggiamento costruttivo e rivolto ad affrontare con determinazione il momento di emergenza, atteggiamento che ci aspettiamo anche dai nostri rappresentanti in Provincia». L.CH.













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