Territorio

Dal Castello di Avio a Moena: i luoghi trentini da (ri)scoprire con il FAI

Tra arte, storia e natura, il FAI trasforma l’autunno trentino in un’occasione di scoperta condivisa. Villa Gherta, Casa Gadenta, il Santuario di Bresimo e tanti altri luoghi diventano tappa di un percorso che unisce curiosità, educazione e responsabilità verso il patrimonio comune: le giornate dedicate saranno domani, sabato 11 ottobre, e il giorno seguente, domenica 12 


Claudio Libera


Sabato 11 e domenica 12 ottobre il Trentino si prepara a raccontare la propria storia attraverso i luoghi che meglio la custodiscono. Tornano le Giornate FAI d’Autunno, l’iniziativa nazionale del Fondo per l’Ambiente Italiano ETS, giunta alla sua 14ª edizione, che ogni anno invita cittadini e visitatori a scoprire spazi straordinari spesso inaccessibili o poco conosciuti.

Saranno oltre settecento i siti aperti in tutta Italia, in più di 350 città. In Trentino, il fine settimana del FAI si trasformerà in un viaggio tra arte, natura e memoria, toccando borghi, chiese, dimore storiche e paesaggi d’alta quota.

A Povo si potranno visitare Villa Gherta e la chiesa dei Santi Pietro e Andrea, mentre nel borgo di Bresimo i volontari accompagneranno i visitatori tra la segheria venezianaCasa Gadenta e il Santuario di Santa Maria Assunta.
Pomarolo, le porte si apriranno sulle chiese di San Rocco a Chiusole e San Cristoforo a Pomarolo, e a Nago si potranno ammirare la chiesa di San Vigilio e quella della Santissima Trinità.
Non mancherà l’incanto delle Dolomiti: a Moena, un itinerario tra la frazione di Forno, i boschi della Valsorda e la località di Medil offrirà un’esperienza immersiva tra natura e panorami spettacolari.

Accanto a questi luoghi meno noti, partecipano anche due beni simbolo del FAI in Trentino: il Castello di Avio a Sabbionara e l’Aula del Simonino a Trento.

Partecipare alle Giornate FAI d’Autunno significa non solo accedere a luoghi d’arte e paesaggio normalmente chiusi al pubblico, ma anche contribuire concretamente alla loro tutela. Ogni visita è infatti accompagnata da una donazione libera, che sostiene il lavoro quotidiano della Fondazione per restaurare, valorizzare e rendere accessibile il patrimonio culturale italiano.

Quest’anno l’appuntamento assume un significato speciale: il FAI celebra i suoi cinquant’anni di attività, fondato nel 1975 da Giulia Maria CrespiRenato BazzoniAlberto Predieri e Franco Russoli.
Il presidente Marco Magnifico ha ricordato come le Giornate rappresentino “una forma di alleanza civile tra cittadini e volontari, un progetto che unisce la curiosità di chi desidera conoscere e la passione di chi si impegna per rendere possibile la scoperta”.

Le aperture rientrano nella campagna Ottobre del FAI e coinvolgono migliaia di volontari e oltre novemila studenti “Apprendisti Ciceroni”, giovani guide formate per accompagnare i visitatori. Chi sceglierà di iscriversi al FAI durante l’evento potrà usufruire di ingressi prioritari e aperture dedicate.













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