Crolla il traffico sulla SS48 migliora la qualità dell’aria 

Val di Fassa. Secondo la Polizia locale il calo è di oltre l’80%. Girardi di Transdolomites: «Troppo spesso la responsabilità dell’inquinamento atmosferico ricadeva sui camini a legna»


Gilberto Bonani


Moena. Cielo terso, montagne scintillanti e aria pulita. Il miglioramento della qualità dell’aria si avverte ovunque. C’è un dato visivo a confermare il cambiamento in atto. Da settimane sono rare le “scie” lasciate dagli aerei di linea. Una prova del calo di 1.761.328 passeggeri avvenuto dal 15 febbraio al 4 marzo negli aeroporti italiani.

Le restrizioni imposte dal Governo per contenere la diffusione del Covid-19 hanno senza dubbio ridotto le emissioni di inquinanti e di anidride carbonica anche nelle valli periferiche del Trentino. Il traffico è crollato sulla Statale 48. «Non abbiamo dati precisi – afferma il comandante della Polizia locale di Fassa Gianluca Ruggiero – ma possiamo stimare un calo nella circolazione delle auto che supera l’80%». Una spinta è data anche dagli alberghi e dalle scuole chiuse dove il riscaldamento è fermo o ridotto. Rimangono gli impianti domestici e le stufe a legna, tanto care a chi abita in montagna.

Sulle nuove condizioni ambientali interviene Massimo Girardi, presidente di Transdlomites, associazione da anni impegnata a rilanciare la mobilità pubblica. «Troppo spesso – afferma Girardi – la responsabilità della pessima qualità dell’aria ricadeva sui camini a legna. Ora, nelle nostre valli di montagna, i riscaldamenti sono ancora in funzione ed è quindi evidente la riduzione dell’inquinamento grazie alla forte riduzione del traffico. Stiamo cuocendo tutti nella stessa pentola, respiriamo tutti la stessa aria. Il nostro fisico, in particolare l’apparto respiratorio, da decenni è indebolito dalla pessima qualità ambientale, un terreno fertile nel quale varie patologie avranno vita facile ad attecchire e svilupparsi».

Il possibile legame tra qualità dell’aria (in particolare le polveri sottili) e diffusione dei virus è accennato in diversi studi tra cui l’ultimo, in ordine di tempo, quello curato da una dozzina di ricercatori italiani e medici della Società italiana di Medicina Ambientale (Sima). Secondo le loro evidenze le polveri sottili funzionerebbero come “tappeto volante” per il coronavirus e questo spiegherebbe l’accanirsi della pandemia nei centri della Pianura Padana, medaglia nera per qualità dell’aria in Italia e non solo.

«La rinascita dalle macerie umane, sociali ed economiche lasciate dal Coronavirus – continua Girardi – dovrà passare da scelte politiche coraggiose supportate da chiare verifiche scientifiche e non da sterili promesse elettorali. Passata questa emergenza lo scenario dovrà essere pianificato ancor più sulla mobilità pubblica. L’obiettivo primario è la protezione della salute umana e per fare questo abbiamo bisogno di politiche e misure di riduzione delle emissioni di tipo strutturale. I trasporti andranno pianificati seguendo questa logica riducendo la mobilità privata e offrendo in parallelo maggiori servizi di mobilità pubblica».















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