L'AUTOPSIA

Cavedine, il cadavere nel lago da almeno tre mesi

Le analisi hanno appurato che la vittima è un uomo: ora si attende il test del Dna, prelevati campioni di tessuti già inviati ai Ris di Parma (foto Tgr Rai)



TRENTO. La prima certezza emersa dall’esame autoptico dei resti umani trovati domenica scorsa nel lago di Cavedine, è che appartengono ad un uomo. Il secondo elemento di novità è che la salma era in acqua da non meno di tre mesi.

È quanto emerso dalla prima analisi dei resti (un bacino umano con una parte di gamba e un pezzo di tronco, in avanzatissimo stato di decomposizione e parzialmente saponificato) eseguita martedì da parte degli anatomopatologi, ma non basta per dare un nome alla vittima, né tanto meno per spiegare la presenza del corpo nel lago.

Nel corso dell’autopsia sono anche stati eseguiti prelievi di campioni di tessuti, già inviati al laboratorio del Ris di Parma per sottoporli al test del Dna. I tempi previsti per una mappatura del codice genetico sono però piuttosto lunghi, si parla di settimane, forse di mesi. Per di più, anche il test del Dna in sé non sarà risolutivo, poiché allo stato attuale manca un altro codice genetico con cui raffrontarlo. 













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