monte bondone

Bacino artificiale alle Viote, polemica sui lavori di manutenzione

I problemi di stagnazione  ne impediscono il riempimento totale, con l’occasione sarebbe da valutare anche la possibilità di un suo ampliamento


Daniele Peretti


TRENTO. Si riapre la polemica sull’ipotesi di un nuovo bacino artificiale alle Viote per la mancanza di derivazioni o corsi d’acqua per poterlo alimentare naturalmente e per la presenza di un bacino di stoccaggio in zona Malga di Mezzavia. Di contro il bacino esistente ha dei problemi di stagnazione che ne impediscono il riempimento totale, una situazione che rende necessario un intervento di manutenzione e con l’occasione sarebbe da valutare anche la possibilità di un suo ampliamento.

Sulla criticità idrica della zona c’è anche un documento di Novareti del 21 agosto del 2019 che conferma la mancanza di acqua sia nella Piana delle Viote che genericamente in tutto il Monte Bondone dovuta alla natura variabile delle sorgenti che mette in crisi, specialmente nei periodi di maggior richiesta, l’acquedotto. Nello stesso documento viene evidenziata l’opportunità di non alterare l’attuale equilibrio idraulico perché qualsiasi intervento sarebbe da ritenere pericoloso. La situazione potrebbe cambiare solamente se venisse realizzata la rete di collegamento con l’acquedotto di fondovalle il cui apporto equilibrerebbe la situazione.

Ad allarmare il Consiglio di Circoscrizione Bondone è stata una recente dichiarazione dell’assessore provinciale del Turismo Failoni che ha dichiarato: «I bacini in quota servono per almeno quattro motivi: garantire l'innevamento, garantire l'approvvigionamento idrico all'agricoltura in caso di siccità, come contorno al turismo estivo montano, come riserva d’acqua in caso di incendio». Nel duro documento della Circoscrizione si legge tra l’altro: «Se queste sono le motivazioni che giustificano detta infrastruttura si dovrebbe affidare alla società funiviaria solo la realizzazione e la manutenzione ordinaria e straordinaria. L' utilizzo dello stoccaggio idrico dovrebbe invece rimanere nella piena disponibilità dell'ente pubblico ed essere utilizzato al bisogno, a prescindere dalla possibilità di averlo pieno o meno. Solo in questo modo possiamo mantenere l'acqua come bene pubblico primario garantito ad uso primariamente civile. Diversamente succederebbe, come nel luglio del 2022, che con il bacino di Malga Mezavia vuoto i pesci nel torrente a valle morirebbero». Una precisazione resa necessaria dal fatto che Trento Funivie e Assessorato provinciale al Turismo avrebbero già individuato 12 possibili siti al momento non noti, nei quali collocare il bacino artificiale. Pertanto nel documento della circoscrizione firmato dal presidente Alex Benetti si chiede alla Giunta comunale di chiedere alla Provincia quali siano i siti individuati, ma anche di valutare l’ipotesi di una gestione diretta del bacino di Mezzavia. «Vista la scarsità d'acqua della zona che viene fornita da acquedotto in isola, si chiede se si ritiene più opportuno garantire prioritariamente l'approvvigionamento idrico ad uso civile per il Bondone, Si chiede se si ritiene indispensabile, in caso di realizzazione, e visto l'uso esclusivo dell'acqua da parte di Trento Funivie, mantenere l'uso dell'acqua stoccata in mano all'ente pubblico per garantire gli altri utilizzi previsti dalla Provincia Autonoma di Trento».

Nelle intenzioni, il nuovo bacino di raccolta dovrebbe portare la disponibilità di acqua dagli attuali 60 mila metri cubi a 150mila; ma in considerazione del numero dei siti individuati ne sarà realizzato realmente uno solo? L’interrogativo lo pone in Consigliere provinciale del PD Alessio Manica in un’interrogazione che evidenzia anche : «Secondo resoconti giornalistici, pare che nell’ultima assemblea straordinaria dei soci di Trento Funivie tenutasi nel mese di gennaio il Presidente Rigotti abbia affermato che le ipotesi prospettate in passato di realizzare un bacino artificiale sulla nella piana delle Viote siano state accantonate, perché considerate troppo impattanti, e che si stia lavorando per una collocazione alternativa, ad alta quota e che abbia una valenza non solo di serbatoio per l'innevamento artificiale, ma anche per eventuali emergenze idriche, per l'irrigazione e con possibile utilizzo turistico con area balneabile. La risorsa idrica va sempre maneggiata con cura e attenzione. A maggior ragione quando riguarda luoghi con un delicato equilibrio naturale come sono gli ambienti alpini. É evidente che i motivi che reggevano le resistenze ad un nuovo bacino di stoccaggio nella Piana delle Viote, estrema variabilità delle sorgenti, il delicato equilibrio idrico, il forte impatto ambientale, non possono non essere presi in considerazione anche per valutare le ipotesi alternative che pare abbia trovato Trento Funivie. Ve anche messo sul piatto, per la realizzazione di un nuovo bacino per l’innevamento artificiale, quanto questo impianto possa collimare, o confliggere, col progetto recentemente avanzato di costituire un ente parco, coinvolgendo ASUC e i diversi comuni che gravitano attorno al Monte Bondone, per tutelarne il territorio».

Un altro interrogativo è quello legato alla ripartizione delle proprietà dei terreni che si dividono tra soggetti privati, Asuc e proprietà comunale. Manica pone un ultimo quesito chiedendo chi si farà carico delle spese di costruzione e mantenimento dal momento che per Trento Funivie dovrebbe servire non solo per l’innevamento artificiale, m anche per emergenze idriche e irrigazione.

















Montagna







Dillo al Trentino