Tunnel, le esplosioni dopo le feste 

Loppio-Busa. I lavori a passo San Giovanni stanno per subire un’accelerazione grazie alla dinamite: si passerà dagli attuali otto metri di scavo ogni due settimane ai quasi quattro giornalieri. All’interno della galleria, ieri, celebrata Santa Barbara, patrona dei minatori: messa e brindisi


Gianluca Marcolini


Alto garda. «Stiamo avanzando in entrambe le gallerie, la principale e quella di emergenza. Finora abbiamo scavato una settantina di metri, a gennaio cominceremo con l’esplosivo e il lavoro accelererà». All’ingegner Ernesto Tedeschi, project manager del Consorzio Stabile Sac, è affidata la responsabilità del cantiere della Loppio-Busa, una piccola cittadella operosa che non si ferma mai, neppure di notte, e che si concederà una pausa, non troppo lunga, soltanto durante le festività natalizie, ma appena esauriti i brindisi, fra Capodanno e l’Epifania, sarà nuovamente in attività. Ieri mattina, nelle viscere della montagna, fra il lago di Loppio e passo San Giovanni, si è svolta la cerimonia in onore di Santa Barbara, patrona non solo dei vigili del fuoco ma anche dei minatori. A volere la funzione religiosa sono stati gli operai che lavorano nel cantiere, i minatori, richiesta che ha trovato la condivisione della committenza, la Provincia. Nel giro di poche ore ci si è organizzati per consentire a don Dario Silvello (parroco di Riva), don Franco Torresani (Oltresarca), don Francesco Scarin (Arco), don Carlo Speccher (Romarzollo) e don Christian Moltrer (Nago Torbole) di celebrare la santa messa proprio dentro la nascente galleria, in mezzo a ruspe, escavatori e camion.

La preghiera del minatore

«Salvaci dal brillamento delle mine, dall’impeto delle frane, dall’esplosione dei gas e fa’ che ogni sera possiamo rivedere il sorriso dei nostri cari e gustare, nella pace del sacrario domestico, il frutto dell’affannoso lavoro». È la preghiera che ieri a mezzogiorno, al termine della funzione religiosa, si è levata in alto, verso il calcestruzzo e la roccia, ma che è proseguita ben oltre la vetta della montagna. «Recitatela tutte le sere - l’invito lanciato da don Franco ai lavoratori - così lo scavo proseguirà veloce e senza problemi».

Il sindaco e la dinamite

Alla celebrazione hanno presenziato anche il sindaco di Nago Torbole Gianni Morandi, il suo assessore Fabio Malagoli, il vicesindaco di Riva Mario Caproni e l’assessore di Arco Stefano Miori, presente anche in veste di cantore e in aiuto del Coretto dell’Oltresarca, che ha accompagnato la santa messa. «Ci rivedremo l’anno prossimo, confidando di trovarci molto più avanti nello scavo», l’appuntamento fissato alla fine della cerimonia. Poi, tutti nel capannone prefabbricato innalzato, da poco tempo, subito sotto la strada che scende da Nago, per il brindisi e un piccolo buffet. «Scusi, sindaco, ma davvero lei si chiama Gianni Morandi?», la domanda che ha voluto rivolgere, tra il serio, l’incredulo e il faceto, uno degli operai al primo cittadino di Nago Torbole. «Mi piace molto il clima che ho trovato qui - le parole di Morandi prima di lasciare il cantiere - e anche l’organizzazione. Adesso viene il bello, si comincia a usare la dinamite. Sarò presente, vorrei poter azionare io una delle prime cariche esplosive, un gesto simbolico».

Lo stato dell’opera

Le esplosioni, se troveranno conforto le previsioni dei geologi, cominceranno a gennaio, dopo le festività. L’ingegner Tedeschi: «Abbiamo ancora dei tratti di materiale sciolto da scavare e finché non arriviamo alla roccia dobbiamo procedere con l’escavatore. La procedura è laboriosa: si scava e si consolida, per non far franare il materiale. I vecchi minatori usavano le tavole in legno, oggi utilizziamo l’acciaio. Occorrono due settimane per scavare otto metri: una per lo scavo e un’altra per il consolidamento. Con le esplosioni si farà più in fretta, in teoria si potrebbero scavare fino a quattro metri al giorno, se tutto procede al meglio».

Seicentomila chili di esplosivo

Ma quanta dinamite servirà? Il calcolo lo fa il direttore lavori: «A volata sono circa 220 fori, una media di 2-300 chili di esplosivo. Abbiamo di fronte 600mila metri cubi di roccia da scavare, un chilo di esplosivo a metro, vuol dire quasi 600mila chili di esplosivo in totale».

Lavoro per oltre 70 operai

Oggi sono impegnati nel cantiere circa trenta operai, e il numero è destinato a crescere. È sempre Tedeschi a fare i conti: «A regime arriveremo a più di 70 operai, contando tutte le professionalità che impiegheremo e che adesso non servono, dagli addetti alle cariche esplosive ai carpentieri. Lavoriamo “h24” perché all’interno della galleria non c’è differenza fra giorno e notte».

Dall’altra parte del tunnel

Appena sarà completata la bonifica della discarica della Maza, la Sac potrà cominciare a scavare anche sul versante opposto della montagna. «La previsione è di iniziare a farlo in primavera, per poi arrivare al fatidico abbattimento del diaframma in un punto che oggi è difficile da indicare, perché dipenderà da tante cose. Lavorare in discesa non è mai semplice, soprattutto in caso di presenza di acqua da intercettare e pompare via. La sezione di scavo di questa galleria è fra le più grosse a livello stradale che si stanno realizzando in questo momento, ma siamo certi che tutto andrà per il verso giusto», la conclusione dell’ingegnere.

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