Stranfora, il rione raccontato con 1.200 foto

Arco. Con pazienza e perseveranza, le arcensi Marta Bombardelli Visco e sua figlia Lorena hanno contattato tutte le famiglie che abitano o hanno abitato nel rione di Stranfora ad Arco, cercando...



Arco. Con pazienza e perseveranza, le arcensi Marta Bombardelli Visco e sua figlia Lorena hanno contattato tutte le famiglie che abitano o hanno abitato nel rione di Stranfora ad Arco, cercando immagini e storie da raccontare. Ne è uscito un volume di 384 pagine che è destinato a diventare un patrimonio culturale per la città. Il volume “Stranfora, immagini di una comunità” verrà presentato domani, a partire dalle 15, all’auditorium dell’oratorio di Arco. La prefazione del libro è stata curata da Romano Turrini, storico, professore e “stranforino” doc.

«Le circa 1.200 immagini, rigorosamente in bianco e nero, ripercorrono per circa novant’anni la vita di una comunità - spiega Romano Turrini - tantissime fotografie sono di ottima qualità, realizzate dai fotografi del Kurort (Schlegel, Grasemann, Pasquali ealtri) con inquadrature in cui nulla era lasciato al caso. Nel libro ci sono foto di gruppi famigliari, di matrimoni e anniversari di matrimonio; ci sono le lavandaie allineate lungo le pietre levigate della grande fontana di Stranfora e bambini, tanti bambini che giocano, che si gustano le merende offerte dal Comitato, che pregano ai piedi dei capitelli della Via Crucis di Laghel, immortalati nel giorno della cresima o della prima comunione. Alcune immagini colgono altri eventi che sono ancora ben fissi nella memoria dei più anziani di Stranfora come la corsa con i cavalli dentro il parco arciducale quando un tempo era “terra di nessuno” o le gare di motocross a Laghel. Nel libro vi è il ricordo di attività commerciali (negozi, bar, alberghi ecc.) che rendevano Stranfora un microcosmo vivace, vissuto intensamente».

A questa ricerca che è durata anni Marta e Lorena hanno aggiunto gli alberi genealogici delle varie famiglie, ben 127, alcune delle quali oltretutto si sono divise in “rami”. Hanno cercato nomi e date nei Libri parrocchiali di nati e morti, nell’Archivio storico, all’Anagrafe, nell’Archivio diocesano di Trento e anche al cimitero; un lavoro certosino che ha dato i suoi frutti. «Ogni raccolta di fotografie riguardanti le singole famiglie è corredata quindi con l’albero genealogico e con il soprannome che la tradizione ha assegnato a ciascuna di esse; questo permette di cogliere perfettamente i rapporti di parentela delle persone presenti nelle varie foto. Ci sono gli Angelini Snonci, Minati, Bamboi ecc. o gli Ischia Gnocheti, Chemoi, Gnent, Crauteri e altri. Gli alberi genealogici saranno uno strumento utile per le nuove generazioni per conoscere le proprie radici. Il valore di questo libro è anche questo e rende ancor più pregevole il lavoro di Marta e Lorena».

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