Quisisana, dubbi sul teatro ma Miori difende la scelta 

Il dibattito. Ravagni chiede conto dell’utilità di una struttura a fronte di altri impianti vicini L’assessore: «Non abbiamo sale attrezzate per far fronte a richieste di un certo tipo»


Gianluca Ricci


Arco. Che senso ha spendere tutti quei soldi per un teatro se la gente a teatro va sempre meno? E che senso ha farlo se a quattro chilometri di distanza si sta realizzando una struttura con le medesime funzioni? In sintesi sono stati questi i capisaldi su cui i consiglieri Andrea Ravagni e Bruna Todeschi hanno incentrato la mozione presentata l’altra sera in consiglio comunale. La richiesta originaria era quella di impegnare la giunta a valutare la situazione in cui oggi versa il cantiere della sala multifunzionale al Quisisana per verificare se si possa realizzare qualcosa di diverso dal teatro e di più utile per la comunità.

«Lo dico – ha sostenuto Ravagni – da assiduo frequentatore della stagione teatrale: la sala di Riva è sempre meno affollata di anno in anno e l’età media sempre più alta. Non si può inoltre ignorare che a breve in riva al lago sorgerà un teatro da 800 posti. Perché incaponirsi a completare, con tutte le difficoltà del caso, una struttura sul cui futuro utilizzo ci sono evidenti perplessità»?

A dare una risposta agli interrogativi di Ravagni ci ha pensato l’assessore alla cultura Stefano Miori: «Fermo restando che lo stanziamento di fondi provinciali è legato alla realizzazione di un’opera con quelle caratteristiche e che dunque siamo normativamente vincolati a perseguire quell’obiettivo, va precisato che il teatro di Riva e quello di Arco diventeranno due strutture assai diverse tra loro e diverse saranno le funzioni: basti pensare che a Riva sarà realizzata una sala da 800 posti, mentre ad Arco i posti saranno all’incirca la metà. Dobbiamo considerare – ha aggiunto Miori – che attualmente la sala più capiente di cui possiamo disporre ad Arco è quella del centro giovani, capace di offrire quasi 300 posti a sedere; in alternativa possiamo disporre del salone delle feste del Casinò, per 250 posti. Con le conseguenze che, come è accaduto con l’arrivo di Umberto Galimberti, in particolari occasioni non siamo in grado di far fronte alla domanda. Inoltre si tratta di spazi che non sono nati con lo specifico obiettivo di accogliere manifestazioni o spettacoli e per questo ogni volta siamo costretti ad attrezzare le sale con gli impianti necessari: una fatica improba, per non parlare delle spese aggiuntive. Ecco perché anche ad Arco è indispensabile una sala attrezzata multifunzionale in grado di poter accogliere senza problemi eventi di spicco in grado di qualificare l’offerta culturale alla comunità. Ecco perché la sala multifunzionale prevista al Quisisana deve essere realizzata. La vera sfida – ha concluso l’assessore – è quella di saper coordinare le due future gestioni ed evitare inutili e stupidi doppioni: non realizzare una struttura del genere per evitare questo mi pare sciocco e autolesionista».

Un discorso che ha convinto Ravagni a modificare l’impianto della sua mozione e a impegnare sindaco e giunta a formare una commissione di esperti che valuti il da farsi. Intanto si attende che la quarta ditta incaricata, la Inco, riapra il cantiere e porti a termine i lavori.













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