Per le scuole di Romarzollo spunta l’idea del cohousing 

Il progetto. L’idea suggerita da Lorenza Colò piace al sindaco che la vuole portare in consiglio La coresidenza ha già preso piede in diverse città: alloggi autonomi ma con i servizi in comune


Leonardo Omezzolli


Arco. Il futuro delle vecchie scuole di Romarzollo potrebbe essere quello di diventare un grande complesso di coresidenza abitativa (cohousing). La proposta portata avanti dal Movimento 5 Stelle di Arco ha trovato l’interesse del sindaco Alessandro Betta e congiuntamente si sta lavorando per redigere una mozione da sottoporre al consiglio comunale chiedendo la condivisione unanime sull’intero progetto. Una struttura che metterebbe a disposizione degli alloggi e spazi comuni dedicati a vari servizi così da avere una minore incidenza sul canone d’affitto. Con il cohousing si darebbero risposte immediate proprio in termini di canoni di affitto leggeri e spazi abitativi residenziali visto che l’ingente presenza di case vacanze ha portato a una situazione di difficoltà nella ricerca di appartamenti residenziali in tutto l’Alto Garda. «L’interesse c’è - ha dichiarato Betta -. Con questa proposta si toccano temi importanti sia in riqualificazione di grandi volumi, che in termini di disponibilità ed economicità di appartamenti in affitto. Per queste ragioni credo che la proposta avanzatami dalla consigliera Lorenza Colò sia condivisibile e con lei stiamo lavorando per portare in aula consiliare una mozione che vogliamo sia votata all’unanimità. Non ci possono essere divisioni su questo tema - ha precisato Betta -. Se anche questo dovesse diventare un terreno di scontro o un muro contro muro è inutile andare avanti con l’idea». Per questo si cerca una unanimità d’intenti. «È un progetto in cui credo molto - ha ammesso Colò -. Soluzioni di questo tipo sono già presenti in alcune zone d’Italia e non sarebbe male portarla anche ad Arco. Saremmo i primi della Provincia. Esistono delle situazioni simili, ma non strutturate come abbiamo in mente di fare, ossia un vero edificio in cohousing». L’interesse non manca nemmeno nei futuri nuclei familiari e sono già 30 le famiglie interessate a fare quest’importante scelta di vita. «Il co-housing - ha ribadito il sindaco - ha degli elementi molto validi significativi in una società individualista che arranca sulle risorse economiche come la nostra. In questo modo si condividono alcuni spazi, alcuni servizi (lavanderia, sala svago, sala laboratorio, sala cucina ecc.) e si mettere insieme le persone. Il cohousing è indubbiamente anche una scelta di vita sociale». Tutto questo avrebbe fatto ricadere la scelta più ovvia sulle ex scuole di Romarzollo. «Il gruppo di lavoro - ha spiegato Colò - si sta già muovendo per fare un primo studio di fattibilità. In questo momento siamo in una fase embrionale, ma le intenzioni sono molto forti. Queste 30 famiglie - ha continuato la consigliera - formeranno una comunità di persone che si metteranno insieme sotto una forma cooperativistica o similare per vivere in comunione, ognuno avrà il suo appartamento per poi condividere gli altri spazi. È un abitare collettivo e chi farà questa scelta dovrà affrontare un percorso formativo». A questo punto per Betta e Colò il solo ostacolo sembrerebbe essere il consiglio comunale. «Se ci votano la mozione - hanno spiegato sindaco e consigliera - si può dare una forte accelerata a tutto il progetto».













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