Le politiche del lavoro hanno fruttato 13 milioni 

Occupazione. Il sindaco di Arco ha “monetizzato” il valore degli interventi a favore dell’impiego Non sono compresi in questa cifra gli incarichi esterni e i lavori di manutenzione, oltre 4 milioni


Gianluca Ricci


Arco. Per quanto le cifre vadano interpretate, tuttavia l’amministrazione arcense tra il 2014 e il 2018 ha prodotto lavoro per un valore di circa 13 milioni e mezzo di euro, a cui andrebbero sommati i costi sostenuti per il personale pari a poco più di 5 milioni e 200mila euro, da sommare ai 500mila destinati ai tanti progetti di promozione e di sviluppo dell’occupazione organizzati dall’ente pubblico in tutto questo tempo. Sono questi i dati più eclatanti forniti da sindaco e giunta ai consiglieri Andrea Ravagni e Bruna Todeschi in seguito ad una loro interrogazione in cui si chiedeva quali fossero state le politiche per il lavoro promosse dalla maggioranza al governo della città. «Certo non ci si può basare solamente sui numeri – si legge nel documento di risposta – si deve anche verificare l’efficacia di tali investimenti»: l’idea del sindaco Alessandro Betta sarebbe stata quella di affidare ad un esperto del settore una presentazione generale in occasione del bilancio di fine mandato, ma il segretario generale ha sconsigliato un’operazione del genere per tutelare gli amministratori da eventuali esposti alla Corte dei Conti. Disponibilità massima invece all’organizzazione di una serata pubblica con tecnici specializzati per analizzare i dati e comprendere la portata delle iniziative comunali sullo sviluppo dell’occupazione ad Arco. Per giungere alle cifre sopra riportate l’amministrazione ha fatto riferimento alle spese correnti riferite ai contratti di servizio ad alto contenuto di lavoro senza prendere in considerazione tutti gli incarichi professionali e le spese relative alle manutenzioni, pari a 4 milioni e 644mila euro, «un valore davvero significativo – si legge ancora – su una comunità di quasi 18mila abitanti, pari a circa 260 euro pro capite annui». Una parte importante delle politiche elaborate in questo settore specifico è legata ai tanti progetti di promozione e sviluppo dell’occupazione avviati in seguito all’intervento dell’Agenzia del Lavoro provinciale e finalizzati all’inserimento lavorativo e al recupero sociale dei soggetti più deboli, non tanto dal punto di vista più squisitamente numerico e statistico, quanto da quello sociale: il riferimento è a “Intervento 19”, “Intervento 18” e “OccupAzione”. Infine un occhio a quanto il Comune ha fatto a favore di industria e artigianato, che quando hanno proposto di migliorare spazi e logistica hanno sempre ottenuto le deroghe necessarie, ma soprattutto a favore del turismo. L’impegno è stato quello di eliminare la stagionalità e di rendere Arco attraente per 365 giorni all’anno promuovendo manifestazioni e offrendo appoggio e disponibilità alle tante associazioni che si sono date da fare a questo scopo, dai mercatini di Natale al Carnevale, da Arco Bonsai al Beppe Viola, solo per ricordare gli eventi più significativi. «E non si vuole stare qui a parlare – conclude la giunta – delle tante iniziative che sono state affossate dai diversi no, una su tutte Villa Angerer, che avrebbe portato 200 posti di lavoro»: una polemica evidentemente non ancora del tutto sopita.













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