A Villa San Pietro dieci posti letto riservati ai ragazzi
Arco. Si chiama “Il soffio” la comunità ad alta intensità assistenziale destinata ai giovani adulti all’interno del nuovo complesso di Villa San Pietro. Il nastro è stato tagliato ieri pomeriggio...
Arco. Si chiama “Il soffio” la comunità ad alta intensità assistenziale destinata ai giovani adulti all’interno del nuovo complesso di Villa San Pietro. Il nastro è stato tagliato ieri pomeriggio alla presenza di numerosi dirigenti dei servizi sociali e medico-riabilitativi e dei rappresentanti della pubblica amministrazione. Organizzata dalla cooperativa Codess, la comunità organizzerà il servizio di accoglienza per quei ragazzi, purtroppo sempre più numerosi, che per cause diverse hanno registrato compromissioni gravi dell’autonomia sociale e personale. «Un servizio di prima qualità – ha detto il sindaco di Arco Alessandro Betta introducendo la cerimonia – che rende bene l’idea di cosa è diventata la comunità di Arco. Bisogna dare atto a Codess di aver lavorato bene e di aver sempre offerto la sua collaborazione. Che questo soffio – ha concluso – possa essere continuo e durare tanti anni». Parole che hanno fatto piacere ad Alberto Ruggero, presidente di Codess: «Ora che abbiamo ottenuto i termini per l’accreditamento da parte della Provincia – ha detto tra l’altro – possiamo essere soddisfatti del percorso spesso irto di ostacoli svolto fino qui. Con oggi chiudiamo una fase e ne apriamo un’altra completamente nuova». È del marzo scorso la delibera con cui la giunta provinciale aveva accreditato a Villa San Pietro sedici nuovi posti letto, oltre ai venti preesistenti, dieci dei quali riservati proprio al fabbisogno dei più giovani. «Dieci è la dimensione ideale – ha spiegato Giancarlo Ruscitti, direttore generale del dipartimento salute della Provincia – poiché siamo convinti che un ambiente come questo sia assai adatto ad assolvere al suo compito». I ragazzi finora inseriti – il servizio è partito i primi giorni di giugno – sono sei, ma l’obiettivo, come ha chiaramente fatto capire il direttore sanitario de “Il soffio”, è quello di permettere loro di andarsene il più velocemente possibile: resilienza e inclusione le parole d’ordine, ma soprattutto recupero. G.R.
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