Tremalzo, una variante per riportare il turismo 

In consiglio. Via libera all’abbattimento dei “ruderi” per ricostruire fino a 20 mila metri cubi Il sindaco: «Non solo edifici, ma anche un piano di riqualificazione complessiva dell’area»


Aldo Cadili


Ledro. Giovedì sera il consiglio comunale di Ledro ha approvato il Piano di riqualificazione urbana dell’altipiano di Tremalzo. Sarà consentito l’abbattimento dei “ruderi” di alcuni edifici a destinazione turistico-residenziale con una cubatura di circa 16 mila mc., la loro ricostruzione con un aumento del volume del 20 per cento pari a 20 mila mc. Il provvedimento è inserito alla variante al Piano Regolatore Generale del Comune ledrense che obbligatoriamente è stato adeguato alla recente legge urbanistica provinciale. È stato un argomento molto atteso che per decenni ha provocato una serie interminabili di prese di posizioni, sia a favore che contrarie da parte dei numerosi esponenti ambientalisti non solo valligiani, che, sicuramente, non si concluderanno con la decisione consiliare dell’altra sera. Il Piano attuativo di Tremalzo, di iniziativa mista pubblico e privata, comprende una vasta area un tempo utilizzata per la pratica dello sci da discesa comprendente impianti di risalita, strutture ricettive e di servizio, ora completamente abbandonate ed in uno stato di degrado tanto che l’unica soluzione possibile è la demolizione dei ruderi e l’eventuale ricostruzione. Spicca la rovina dell’ex Hotel Tremalzo, noto come “Tavola Calda”, di circa 13 mila m.c., in parte destinato alla ricettività con al secondo piano 13 appartamentini, sempre nell’ottica turistica. A monte di questo complesso vi sono, impraticabili, l’ex rifugio satino “Federico Guella” e l’ex bar Edelweiss per un totale di 3 mila mc. “Per quanto attiene l’ex Hotel Tremalzo – spiegano il sindaco di Ledro, Renato Girardi e l’assessore all’urbanistica, Roberto Sartori – la sola presenza di tale edificio nella conca dell’altipiano, rende impraticabile qualunque tentativo di riqualificazione. Pertanto l’amministrazione comunale ritiene di poter agire nell’interesse pubblico di carattere generale rendendo indispensabile la demolizione. Il Piano non si deve però limitare all’abbattimento e ricostruzione dei volumi esistenti, ma mira ad una riqualificazione dell'intera area caratterizzata dalla presenza di queste strutture che devono offrire lo spunto di rilancio dell'intera stazione turistica di Tremalzo, convertendo il vecchio progetto di sviluppo sciistico invernale in una nuova realtà turistica che sfrutti le peculiarità ambientali e paesaggistiche dell'area, puntando decisamente sulle nuova attività sportive in continua espansione.

Su tale ipotesi di sviluppo c’è l’interesse di un noto imprenditore bresciano, Alcide Leali, che è proprietario dei ruderi in questione. Ora potrebbe tornare quindi a scommettere sull’altipiano, dopo il dietrofront del 2013 quando la sentenza del Tar accolse il ricorso delle associazioni ambientaliste contro il progetto del mega hotel che prevedeva un investimento di circa 60 milioni di euro.













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