«Per risollevare Riva pensiamo alla lista unica» 

La proposta. Marco Torboli lancia una provocazione sulla quale fondare il “dopo pandemia” «In consiglio comunale servono 22 eccellenze che remino tutte dalla stessa parte»


Robert Tosin


Riva. «Come una squadra di calcio, in questo momento di difficoltà ogni partito e ogni gruppo politico dia i suoi giocatori migliori che possano insieme vestire una maglia sola, la maglia di Riva». Quella di Marco Torboli, esponente del Patt rivano, è una proposta concreta. Qualcuno potrebbe definirla quasi una provocazione, perché è l’esito di un ragionamento portato all’estremo, ma non per questo campato in aria. Ed è un ragionamento che va a stimolare il pensiero del “dopo”, di quello che dovrà succedere quando la pandemia sarà scomparsa e ci si ritroverà a costruire sulle macerie o comunque su un tessuto economico e sociale davvero sfinito.

«In questo periodo in cui non si può uscire di casa – dice Marco Torboli – a me piace leggere, scrivere e ragionare. Sono un inguaribile ottimista, ma non celo la mia forte preoccupazione per l’immediato futuro e provo ad ipotizzare scenari per ripartire con il piede giusto. Paradossalmente questa situazione ci permette di cancellare vecchie certezze e ricostruire su nuove basi il nostro futuro e quello della città». Perché è evidente che a pandemia finita ci saranno da raccogliere i cocci della devastante quarantena e tutti, nel loro campo, dovranno rimboccarsi le maniche nella ricostruzione.

«Nasce da qui il mio ragionamento. Mai come ora a Riva del Garda (ma anche ad altre realtà) servono persone capaci per guidare la rinascita, disposte a lasciare indietro i particolarismi e a concentrarsi su quello che davvero serve per il rilancio. Riva dalla sua ha il fatto che come località turistica può contare su un valore aggiunto che non perde il suo appeal. Prima o poi i turisti torneranno. Si tratterà di arrivare vivi fino a quel momento e pronti a dare il meglio di sé. Sempre nella speranza che il settore produttivo “tenga” e non venga anch’esso travolto: in quel caso saranno davvero guai grossi».

Quindi per Torboli l’ideale ora sarebbe formare una squadra di calcio “nazionale” che remi tutta dalla stessa parte. “Sì, 22 giocatori (i consiglieri comunali), i più forti nel loro ruolo che le altre squadre (i partiti o le liste civiche) possono mettere a disposizione. Nessuna prima donna che rovini lo spogliatoio, ma veri uomini squadra per affrontare un campionato del mondo che non ammette rivincite». E nell’ipotesi della lista unica con il meglio sul “mercato”, Torboli vede un ruolo importante dei partiti. «Infatti questo non vuol dire cancellare l’espressione politica del partito, ma anzi dargli un ruolo fondamentale nella ricerca dei migliori da mettere in campo, quello che in sostanza è o dovrebbe essere il vero compito di un partito». Un confronto che, per Torboli, non si deve limitare alla politica, ma coinvolgere anche le categorie e il mondo del credito. «Sarà la chiave di volta fondamentale – aggiunge – quella che vede il credito locale in prima linea. Le aziende oggi strangolate dalla mancanza di incassi e dalle spese fisse da pagare dovranno trovare nel mondo delle banche un alleato che giochi la stessa partita e che non sia un terzo estraneo che fa un altro gioco».













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