Ledro, le visite possibili grazie alla casetta in legno 

La donazione. Ieri la casa di riposo di Ledro ha risolto un problema molto sentito: parenti e pazienti si possono rivedere in totale sicurezza e con accessi differenziati


Leonardo Omezzolli


Ledro. Potranno continuare a vedersi ospiti e parenti della Rsa Giacomo Cis di Bezzecca in Valle di Ledro che così si avvicineranno alle festività natalizie con maggiore serenità d’animo. Un traguardo di non poco conto che è stato reso possibile grazie alla costruzione di una particolare casetta in legno connessa alla struttura principale e realizzata grazie alla donazione di Cuamm Medici con l’Africa che ha sostenuto un altro simile intervento anche in Vallarsa. Ieri pomeriggio nel piazzale antistante l’Apsp si è svolta l'inaugurazione ufficiale, finita la quale la casetta delle visite è diventata immediatamente operativa ospitando i primi incontri. Presenti il sindaco di Ledro Renato Girardi assieme all’assessore alla sanità Vania Molinari, la presidente della Rsa Marisa Dubini, il direttore della stessa Roberto Povoli, il direttore generale di Upipa Massimo Giordani, il direttore di Cuamm don Dante Carraro coadiuvato dal responsabile del progetto Irc-19 Andrea Atzori. Presente con un saluto virtuale anche l’assessore provinciale alla salute Stefania Segnana.

Nel dettaglio tecnico la casa delle visite è divisa in due zone non in contatto l’una con l’altra separate da un muro di legno e da un plexiglas attraverso il quale paziente e ospite possono vedersi e parlare. L’ospite vi accede direttamente dalla struttura mentre il parente dall’esterno della Rsa. I due spazi sono riscaldati e idonei a garantire la massima sicurezza possibile anche in pieno clima invernale. «Grazie per questa iniziativa lodevole che siete riusciti a portare qui da noi - ha dichiarato Girardi -. Abbiamo affrontato un periodo molto duro e questa pandemia nella nostra valle ha lasciato un solco tangibile di sofferenza umana. Grazie a questa donazione e a questa casa risolviamo un problema enorme, quello delle visite».

«Un aspetto di non poco conto - continua l’assessore Molinari - perché c’è estremo bisogno da parte dell’ospite, ma anche del parente, di poter vedere il proprio caro. Si soffre molto senza le visite».

A realizzare materialmente la casa delle visite è stata la ditta Tetto Design «che ha saputo interpretare al meglio le nostre richieste ed esigenze - ha spiegato la presidente Dubini -. La Giacomo Cis ha da sempre un forte legame con la sua comunità con i parenti dei nostri ospiti con le associazioni e con gli enti del territorio ed è grazie a questo continuo dialogo che siamo stati messi in contatto attraverso Upipa con Cuamm così da poter godere della loro generosità». Una beneficenza che solitamente Cuamm rivolge all’Africa, ma che con lo scoppio della pandemia ha sviluppato anche in Italia mantenendo quelle attenzioni alle zone periferiche e alle persone più deboli. «Siamo partiti donando quattro respiratori a quattro ospedali - ha raccontato don Dante -. Poi c’è stata una straordinaria corsa di generosità con investitori esteri (UsAid) e nazionali. Ecco come siamo arrivati qui, dai più deboli di questa pandemia e in un territorio periferico seppur così bello e conosciuto».













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