L’unica casa che produce più di quello che consuma 

Record europeo. È stata costruita ad Arco ed è la sintesi della più evoluta filosofia del risparmio energetico: dall’orientamento ai materiali fino allo sfruttamento della geotermia


Leonardo Omezzolli


Arco. L’hanno chiamata “Casa SN”, dal nome dei proprietari Sara e Nicola Berlanda ed è una “casa positiva” ossia il primo edificio certificato Zero Energy, dell’International Living Future Institute (ILFI), in Europa, capace di produrre più energia di quella che consuma, il tutto esclusivamente da fonti rinnovabili. L’abitazione monofamiliare si trova in suolo arcense e contribuisce, grazie ai suoi alti standard qualitativi a portare in alto il nome di Arco e del Garda trentino. Suddivisa in un piano terra e un piano interrato per una superficie complessiva di circa 350 mq su un’area di progetto di circa 2.500 mq, l’edificio produce autonomamente circa il 22% in più del proprio fabbisogno energetico annuo, da fonti rinnovabili quali la geotermia e il fotovoltaico.

A rendere il tutto ancor più interessante è il tipo di certificazione che si differenzia da altre simili nel settore perché invece di basarsi su calcoli teorici punta a monitorare l’edificio per un certo periodo di tempo. Solo così sarà possibile verificare se la produzione energetica è complessivamente superiore o inferiore al fabbisogno. «A differenza di altri standard di sostenibilità - scrivono i tecnici di Living Future Europe - la certificazione di ILFI non si basa su un modello teorico di funzionamento, ma su prestazioni reali, monitorate in continuo per almeno 12 mesi consecutivi dall’inizio dell’occupazione. Lo standard Zero Energy di ILFI richiede appunto che il cento per cento del fabbisogno energetico su base annua venga coperto da energia rinnovabile prodotta sul posto. Non è consentita - viene specificato - la combustione da fonti fossili». Ciò è stato reso possibile grazie ad un’attenta progettazione che ha puntato alla riduzione del fabbisogno energetico partendo dallo studio sull’orientamento e sulla forma dell’edificio, insieme a una coibentazione a cappotto, serramenti con vetrocamera a triplo vetro completi di sistemi di oscuramento e a un sistema di monitoraggio in tempo reale dei consumi e della produzione energetica. «Il sistema di riscaldamento a pavimento e quello dell’acqua calda - precisano i tecnici - sono coperti da una pompa di calore acqua/acqua che scambia con un pozzo sotterraneo, eredità della pre-esistente floricoltura, in combinazione con un serbatoio di accumulo da 500 litri». si sono poi pensati sistemi di ventilazione naturale, illuminazione naturale e lampade a led, un impianto fotovoltaico. «Abbiamo voluto che questa abitazione fosse la più sostenibile possibile - racconta Nicola Berlanda -. Ora è lei che ci stimola ad utilizzarla secondo le disponibilità: c’è il sole? Accendiamo lavatrici e lavastoviglie negli orari più produttivi! Nuvoloso? Rinviamo a domani! Sono piccole attenzioni che però possono contribuire a cambiare il mondo».

«Questo progetto - afferma Carlo Battisti presidente di Living Future Europe - è la dimostrazione che è possibile realizzare edifici a impatto energetico positivo, contribuendo in maniera efficace all’obiettivo ambizioso di decarbonizzazione fissato dall’Unione Europea».













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