È morto Mario Zucchelli l’assessore che portò i cigni 

Il lutto. In molti lo ricordano per questo, ma ha svolto un ruolo importante nello sviluppo  del turismo moderno a Riva. È stato anche presidente del consiglio con la giunta Molinari



Riva. Se ne è andato, a 82 anni, Mario Zucchelli: un uomo che fra la professione di albergatore e la passione per l'amministrazione ha vissuto ed accompagnato il processo che ha traghettato Riva dal turismo pionieristico degli anni Sessanta ai milioni di presenze attuali. Dopo una fiammata giovanile su posizioni di sinistra pura e dura, s'è candidato per la prima volta nel Partito socialista Unitario nel 1967 senza successo. Tre anni più tardi è entrato in consiglio nel Psi nel quinquennio di Bruno Santi: cinque anni di opposizione non gli sono valsi la rielezione nel '76, mentre nel successivo quinquennio è diventato assessore nel bicolore Dc Psi di Mario Matteotti. Ricordava, con un pizzico di ironia, che fu allora che arrivarono nel Garda, prima solo azzurro, i quattro bianchissimi cigni progenitori dell'attuale colonia: prontamente battezzati, i cigni, Mario, Mario, Mario e Dario in onore del sindaco Matteotti e degli assessori Albertini, Zucchelli e Mosaner.

È tornato sui banchi del civico consesso dieci anni dopo, nel '90, passato – dopo un doloroso divorzio col Psi- nell'area autonomista della Civica: nella sesta edizione d'una giunta Bassetti fu anche assessore. La successiva campagna elettorale lo vide schierato all'ombra delle Stelle alpine nella coalizione che avrebbe portato Claudio Molinari al timone della giunta: e sempre con Molinari avrebbe poi ricoperto per il quinquennio 2005-10 la carica di presidente del consiglio comunale. L'ultima comparsa nella successiva legislatura nella Lista civica. Ha fatto politica per passione, cercando di smussare contrapposizioni troppo drastiche: ricordava che negli anni ottanta l'indennità per l'assessore era di 90mila lire al mese, e prima di arrivare a palazzo Pretorio c'era da percorrere una lunga strada fatta di esperienze e meditazioni. Ha indubbiamente sofferto l'evoluzione della figura del consigliere passato da portatore d'un pacchetto di valori certificato dal partito a titolare d'un pacchetto di voti personali, scaturiti dalle più diverse occasioni, e spendibili al di fuori di qualunque verifica.

Accettando la paternità dell'introduzione dei cigni ricordava però il precedente impegno per la realizzazione del sistema di fognature cittadine che, drenando le acque nere della città fino al depuratore del Brione ha contribuito a sottrarle al lago in cui finivano da sempre. E per tornare alla leggerezza si può anche ricordare che, caso più unico che raro, i dipendenti comunali alla fine d'una legislatura fecero una colletta per regalargli una bicicletta a titolo di buonuscita, subito alimentando le solite malelingue la chiacchiera che volessero così accelerarne l'uscita. Gli ultimi anni sono passati nel silenzio.

Al cordoglio dei tanti che lo hanno conosciuto e apprezzato per il suo impegno civico e nelle associazioni alberghiere si associa anche quello del Pat tramite il suo segretario Marco Torboli: «Un uomo che ha contribuito alla crescita delle Stelle Alpine rivane, con la sua esperienza e caparbietà. Mario ha sempre saputo all'interno del partito e del consiglio comunale rappresentare al meglio le istanze autonomiste di cui era fiero e indomabile portatore. I vertici provinciali e locali si stringono alla famiglia in un caloroso abbraccio».













Scuola & Ricerca

In primo piano