Rio 2016, l'importante è proprio partecipare



In questa tormentatissima vigilia olimpica, ci siamo dovuti occupare più di chi – purtroppo o per fortuna – ai Giochi di Rio non ci sarà, piuttosto che di coloro che in Brasile vedremo realmente all’opera, tra piste, pedane, vasche, poligoni e impianti vari. Incredibilmente, attendiamo ancora l’ultima parola sul grottesco caso di Alex Schwazer – tanto per cominciare da casa nostra – e solo nelle ultime ore le federazioni internazionali hanno provveduto a depennare dalle liste olimpiche gli sportivi russi citati nel devastante rapporto della World Antidoping Agency.
Ma proprio questa avvelenatissima vigilia olimpica ha dato un nuovo, forse più profondo significato al motto dell’inventore dei Giochi moderni, il barone de Coubertin. «L’importante non è vincere ma partecipare». Pura retorica: noi per primi, rappresentanti dei media, dedichiamo tutta la nostra attezione ai vincitori, quando va bene a chi arriva secondo o sale sul podio, poche righe per gli sconfitti, nessuna per gli ultimi.

Ecco, forse la lezione che questa maledetta vigilia olimpica ci consegna è proprio questa. Ed è con questo spirito che dovremmo apprestarci a gustare lo spettacolo delle Olimpiadi, perché in pista, in pedana, in vasca, al poligono e nei vari impianti di Rio de Janeiro ci saranno comunque i migliori, se non altro coloro che hanno meritato di esserci.  Applaudiamoli: di questi tempi non è poco.













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