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Il primo Mankell criticava già i socialdemocratici svedesi

"L'uomo della dinamite", struggente esordio "operaio" dell'inventore del commissario Wallander


Maurizio Di Giangiacomo


Più che l’immagine dell’orbita vuota e del moncone dell’unica mano del povero Oskar Johansson – brillatore miracolosamente sopravvissuto ad un’esplosione accidentale – a rimanere impressa, de L’uomo della dinamite è la descrizione che Henning Mankell fa delle condizioni di vita della classe operaia svedese (quella svedese, non quella delle zolfare siciliane) all’inizio del ventesimo secolo: case di legno che in inverno garantiscono una temperatura che non superava i 12° centigradi, il padre che di mestiere svuota latrine, giusto per fare due esempi. Il primo romanzo del “papà” del commissario Wallander è poco wallanderiano. Lo stile è più letterario di quello dei famosi gialli: i racconti un po’ smozzicati di Oskar e la narrazione dell’io narrante sono sospese in un’atmosfera onirica, come se il risveglio dal coma del sopravvissuto si fosse protratto per decenni. “Ci sono due filoni che si muovono in parallelo – scrive Mankell – Ci sono gli episodi e i ricordi, ripercorsi durante qualche state passata insieme a un brillatore in pensione. - E poi c’è l’evoluzione storica che ha cambiato la società in cui Oskar ha vissuto. Oskar parla della sua appartenenza a uno dei due filoni, lasciando da parte l’altro”.

Le menomazioni del sopravvissuto diventano così la metafora delle condizioni della classe operaia, che Oskar non vede migliorare: una prima bocciatura della linea del partito socialdemocratico svedese che Mankell farà propria mezzo secolo dopo: “La cosa più vergognosa che hanno fatto i socialdemocratici è aver trasformato il socialismo in una specie di organizzazione di funzionari inutili, che si riempiono le tasche sulle spalle dei lavoratori”.

In quell’atmosfera onirica, ovviamente Johansson sogna la sua morte, tema del resto centrale in tutta l’opera di Mankell: Oskar prima la teme, poi sembra quasi attenderla, deluso, senza nemmeno desiderare che ci sia qualcosa dopo.

 

HENNING MANKELL

L’UOMO DELLA DINAMITE

MARSILIO, 173 PAGINE, 16 EURO













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