Caro giovanotto, ecco perché andrai alle medie senza telefonino



Caro giovanotto, ormai è deciso: comincerai la scuola media senza il telefonino nello zaino correndo il rischio (che forse è una certezza) di ritrovarti in minoranza rispetto ai tuoi compagni.

Ti chiederai perché. E la risposta che tante volte ho incassato da mio padre ("perché lo dico io") probabilmente non ti basterà. E allora devi sapere che quando sei arrivato, ormai undici anni fa, sono spariti i coltelli che prima stavano in bella vista sul banco della cucina, nelle prese elettriche abbiamo infilato i tappi di plastica e un cancelletto sulle scale ha impedito che tu prendessi il volo durante le tue prime esplorazioni a "quattro zampe".

Poi è venuto il giorno della bicicletta e prima di togliere le rotelle siamo andati in quel parcheggio chiuso alle auto a provare (e riprovare) se davvero è possibile stare in equilibrio su due centimetri di gomma. Solo molto tempo dopo, con il casco in testa e le regole fondamentali del codice della strada in mente, sei potuto scendere dal marciapiede.

E ora chiedi il telefonino. A me, che so cosa vuol dire tenerlo nella tasca posteriore dei pantaloni e avere la (falsa) impressione di sentirlo vibrare ogni momento tanto suona di continuo. A me che controllo la posta ogni minuto e - per lavoro - dovrei pure stare attento a ciò che accade su Facebook, Twitter o Whatsapp. Compulsivo è una parola che avrai tutto il tempo di imparare, per il momento goditi la vita e preparati - come si deve - al gran giorno in cui anche tu ti presenterai al mondo con la tua identità digitale (di questo si tratta) nel taschino.

La vita è piena di soglie da superare e questa può aspettare. Con tua madre abbiamo pensato a lungo quale potrebbe essere un buon motivo per metterti un telefono nello zainetto e non ce n'è venuto in mente nessuno. E se mai ti venisse il dubbio che è una questione di fiducia sappi che la fiducia non si dimostra affidando ai figli un cellulare, magari con il gps attivato - come è possibile fare - per sapere in ogni momento dove sei.

Prima di conoscere il mondo virtuale, credimi, bisogna conoscere quello reale. Quando tornerai a casa con un occhio nero perché avete litigato nel cortile della scuola (speriamo di no) forse sarai pronto per affrontare una chat digitale che può essere molto (ma molto) più violenta. Quando più persone comunicano senza vedersi in volto (come avviene sui social network) le cose possono prendere una piega molto brutta ed essere artefice di uno di questi "drammi digitali", piccoli o grandi che siano, può essere terribile quanto esserne vittima.

Mi dicono che ci sono chat di ragazzini che fanno suonare il telefono 400-500 volte al giorno. Con tante distrazioni sarebbe un peccato diventare grande senza aver imparato come si accende un fuoco, giusto per citare una delle cose che a tuo padre danno più soddisfazione. Senza contare che saper tagliare la legna con l'accetta ti tornerà utile quando scoprirai (perché lo scoprirai) cos'è lo stress digitale.

Se ti fa paura l'idea di restare fuori da quei gruppi sappi che è un problema di ogni generazione. Ai miei tempi il problema, banale, era tra chi entrava in discoteca e chi restava fuori. Per voi è tutto molto più complicato. Sembra facile, ma bisogna aver conosciuto il mondo di persona, almeno un po', prima di essere capaci di esplorarlo, nei suoi angoli e nelle sue profondità, tenendo in mano un schermo da 5 pollici.













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