Auguri, carissimi edonisti di Capodanno



Basta dare un'occhiata ai nostri amati social per capire che il 2016 è iniziato esattamente com'è finito il 2015 - e quindi aveva ragione Gramsci: il bilancio va fatto ogni giorno, quello di Capodanno non ha alcun significato -: edonismo enogastronomico (con quello che si sono mangiati i miei amici di Facebook, la crescita dei consumi vagheggiata da mesi da Renzie dovrebbe essere assicurata: ma era proprio necessario fotografare tutto e metterlo online?) e poco altro. Sì, c'è stato un discorso di fine anno sorprendentemente diretto di Mattarella, l'epic fail da veglione di San Silvestro di Fantozzi di Raiuno e ovviamente anche l'assalto alle "piste fantasma" in attesa della neve. Lo ammetto, ci ho sciato anch'io. L'ho toccata con mano quella bianca coltre innaturale, sono sfrecciato su quelle lingue perfette, immodificabili nella loro artificialità, teatro dell'assurdo delle nostre evoluzioni ormai quasi virtuali, buone appunto per essere postate sui social, simboli ideali della nostra corruzione.

Nel 2015 abbiamo celebrato il ventesimo anniversario della morte di Alexander Langer. "Proseguite in ciò che è giusto", ci ha lasciato scritto prima di togliersi la vita. Assistendo allo spettacolo folle ed osceno di questa stagione senza neve, con l'incendio di Serrada spento con l'acqua di Trento perché quella di Folgaria serve per innevare le piste - così, tanto per fare un esempio virtuoso - non posso non chiedermi in quanti abbiano davvero seguito il suo esempio. Non il sottoscritto, intendiamoci: mi limito semmai a svolgere il mio ruolo di testimone, lottando contro il disinteresse - a volte quasi sospetto - dei media nei confronti delle tematiche ambientali. C'è la crisi, bellezza, prima di tutto viene il Pil, del destino della Terra ci occuperemo più avanti, sperando che ne rimanga una. E allora vai con la centrale a biomassa di Novaledo, alla faccia di chi in Valsugana pretende ancora di respirare! Ma l'esempio di Langer non l'ha seguito certo nemmeno Luis Durnwalder, che era stato abbastanza incredibilmente additato dall'ambiguo Reinhold Messner quale prosecutore dell'opera dell'europarlamentare verde, né Arno Kompatscher, che quel merito ha ascritto alla sua giunta, salvo di lì a poco cominciare a progettare l'ampliamento dell'aeroporto di Bolzano. Per non parlare dei campioni dell'ambientalismo dolomitico, che pontificano bene, benissimo ma razzolano così così nelle loro torri d'avorio, tra uno spot per la Bmw e un'ospitata in televisione.

Per fortuna, gli esempi d'impegno autentico non mancano: tornando all'attualità di questi giorni, ho gioito per la bocciatura riservata dal portavoce dei Verdi Angelo Bonelli alle ridicole iniziative anti-smog concordate dal ministro Galletti con Regioni e Comuni. Ma anche - a livello locale - per il documento diffuso da Cipra Italia dopo l'approvazione del piano di gestione della Fondazione Dolomiti Unesco. Una voce quasi isolata, ma forte e chiara, quella di Luigi Casanova, che denuncia per l'ennesima volta l'incoerenza degli amministratori pubblici, che votano bianco quando siedono al tavolo della Fondazione, ma operano in "nero" quando tornano al loro ruolo di governo locale, cementificando, disboscando e, più in generale, ignorando l'urgenza di una riconversione ecologica del modello turistico-economico delle Dolomiti.

Tutta colpa loro? No, ovviamente è anche colpa nostra, del nostro edonismo pornoalpino - prendo in prestito l'aggettivo coniato da uno dei vecchi campioni dell'ambientalismo dolomitico, oggi un po' distratto - della nostra irriducibile determinazione a sciare anche quando non c'è neve, a viaggiare anche se non sappiamo dove andare, chi siamo, da dove veniamo. Nel 2016 esattamente come nel 2015. Speriamo che qualcosa possa cambiare: è l'unico augurio che mi sento di farvi, carissimi edonisti.













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