Ambiente

Nasce il Registro nazionale dei crediti di Carbonio volontari: nuove regole per boschi e imprese

Firmato il decreto interministeriale che rende operativo il registro dei crediti di carbonio in Italia, strumento per certificare progetti forestali di almeno 20 anni, contrastare il greenwashing e favorire la gestione sostenibile dei 10 milioni di ettari di boschi italiani



Nasce il Registro nazionale dei crediti di Carbonio volontari, strumento in più di contrasto al fenomeno del greenwashing e un aiuto in più per la gestione dei boschi. È stato firmato il decreto interministeriale dai ministri dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, e dell'Ambiente e Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Viene così attuata un'iniziativa legislativa del presidente della commissione Agricoltura del Senato, Luca De Carlo.

Il registro dei crediti di Carbonio "da oggi può diventare operativo ed è uno strumento essenziale per dare nuova linfa alla gestione delle aree boschive italiane mettendo insieme le energie dei privati con l'interesse pubblico. Sono orgoglioso di quello che si potrà fare grazie a questo decreto, i progetti delle aziende dovranno essere certificati, dovranno migliorare lo stato dei boschi e dovranno avere una durata di almeno vent'anni. I nostri boschi troveranno nuova linfa grazie a una normativa chiara.

È un passo avanti per contrastare il fenomeno del greenwashing e curare l'ambiente con i fatti e non con gli slogan", spiega il ministro Lollobrigida in una nota. In Italia ci sono 10 milioni di ettari di boschi e da oggi - sottolinea il Masaf - possono trarre beneficio dalle imprese che vogliono contribuire a contrastare il cambiamento climatico con azioni virtuose da realizzare migliorando il nostro patrimonio verde. Con l'approvazione delle linee guida, infatti, viene evidenziato, si stabiliscono i requisiti per ottenere l'iscrizione dei crediti di carbonio nel registro, certificati che corrispondono alla capacità di immagazzinare anidride carbonica sulla base di un progetto di cura delle aree boschive controllato e certificato secondo meccanismi trasparenti e affidabili.

I criteri prevedono una gestione dell'area boschiva che apporti attività aggiuntive rispetto alla mera conservazione e⁠ un progetto di almeno 20 anni, certificato da un ente terzo accredito (non diversamente da quanto accade per le Dop e le Igp e la produzione biologica). ⁠Il credito generato potrà essere ceduto ai terzi dopo almeno cinque anni dal suo avvio e dopo l'iscrizione nel Registro tenuto dal Crea. 

 













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