Olzer, se vince il “cuore” si può dir no a Barça e Juve

Calcio. Lo volevano tutti i grandi club ma Giacomo (14 anni) ha scelto il suo Milan dopo aver fatto una grande stagione al Mori: «Somiglio a Pogba ma segno di più»


di Luca Pianesi


TRENTO. Lo volevano tutti: Inter, Roma, Fiorentina, Juventus. Lo aveva contattato anche il Barcellona campione d'Europa invitandolo a uno stage ai primi di giugno in terra spagnola. Lui però ha seguito il “cuore” e ha scelto il Milan, la squadra per la quale, da sempre, fa il tifo. L’arrivo di Giacomo Olzer 14enne di Rovereto a Milanello è stato annunciato, negli scorsi giorni, in pompa magna da tutti i siti legati al pianeta rossonero (Milannews.it titolava “Settore giovanile: arriva Giacomo Olzer” ndr). Classe 2001 il baby fenomeno del Mori Santo Stefano a tre anni e mezzo già “saltellava” dietro un pallone, dribblando e segnando gol a raffica. Due anni al Pomarolo, tre al Rovereto e poi il primo salto in un settore giovanile di primo piano come quello del Chievo Verona.

«Gli osservatori mi avevano notato al Torneo Bepo Foches di Villazzano a maggio – racconta il giovane – e a settembre già ero a Verona che giocavo per il Chievo. Lì sono rimasto per quattro anni. Anni bellissimi e molto importanti per la mia crescita. Mi sono trovato benissimo, ma alla fine ho dovuto dire basta. Per ragioni economiche della società sono emersi dei problemi per i trasporti. Io studiavo (Giacomo pochi mesi fa ha sostenuto l’esame di terza media ndr) qui in Trentino e facevo il pendolare per andare a giocare. Quindi quando sono sopraggiunte difficoltà di spostamento ho deciso di fermarmi un attimo e di trascorrere l’ultimo anno delle medie a casa giocando per una squadra del territorio».

Ed è così che è arrivata la stagione con il Mori S. Stefano. Un’annata da incorniciare che ha visto i Giovanissimi Elite della società gialloverde infilare 26 vittorie, 1 pareggio e soltanto 2 sconfitte da settembre fino al mese di giugno (con vittoria del campionato e buone prove nelle fasi nazionali di categoria) e un bottino personale, per Olzer di 36 gol in 30 partite. «Un anno molto impegnativo - spiega la mamma, Franca Manica - perché alla scuola, alla quale tutti noi teniamo moltissimo e che Giacomo ha concluso brillantemente (e da settembre frequenterà il liceo scientifico a Milano), si sono affiancati gli impegni di squadra e quelli extra: siamo infatti stati invitati a stage e provini in tutta Italia. Siamo stati a Trigoria per la Roma, a Vinovo per la Juventus e poi Firenze e Milano per l’Inter e il Milan. In famiglia non siamo amanti del calcio. Siamo sportivi (la signora Franca insegna educazione fisica ndr) ma di calcio non capiamo molto. La cosa che ad ogni stage ci dicevano era che Giacomo dalla sua aveva la dote di calciare i calci d’angolo di destro e di sinistro, indifferentemente, con una grande naturalezza». E poi c’è il dribbling secco, il grande senso del gol e un fisco che, per la sua età, è già ben strutturato. «Come movimenti assomiglio a Pogba, ovviamente con le debite proporzioni - completa Giacomo sorridendo - ma il mio mito è Cristiano Ronaldo del Real ma non è per questo che ho detto “no” al Barcellona quando mi hanno contattato. Dovevo fare l’esame delle medie e poi il mio cuore è rossonero e alla chiamata del Milan non potevo dire di no. Al cuor non si comanda».

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