Sci alpino

Il Maracanà dello sci tiene a battesimo Federico Liberatore

Il figlio dell’ex capitano del Fassa all’esordio a Schladming: «Ho giocato a hockey fino a 14 anni, ma è meglio lo sci»


di Luca Franchini


SCHLADMING (AUSTRIA). Il fascino della notturna, il mitico pendio della Planai e migliaia di spettatori assiepati a bordo pista. È questo lo scenario in cui, questa sera (prima manche alle 17.45, seconda alle 20.45), Federico Liberatore farà il proprio esordio assoluto in Coppa del Mondo, convocato in extremis per lo slalom austriaco di Schladming dopo il brutto infortunio patito a Kitzbühel da Giuliano Razzoli. Un altro fassano in Coppa del Mondo di slalom dopo Weiss, Deville e Gross, quest’ultimo al via con l’obiettivo di tornare ai vertici delle classifiche dopo il 13esimo posto di Kitz.

«Quando ho visto che Razzoli si è fatto male, ho pensato che sarebbe potuta scoccare la mia ora – spiega Liberatore, 20enne di Mazzin tesserato per le Fiamme Oro – Poco dopo è squillato il telefono e... sono contentissimo».

Debuttare in Coppa del Mondo a Schladming per uno slalomista è paragonabile all'esordio di un calciatore in nazionale al Bernabeu, piuttosto che al Camp Nou o all'Old Trafford.

«Gareggiare nel tempio dello slalom è il sogno di tutti, penso sia davvero il top. La vita di uno sportivo è fatta di tanti step. Questo è più importante di altri, ma rappresenta un nuovo punto di partenza. Domani (oggi, ndr) sarò al cancelletto per fare del mio meglio: giù a tutta per provare a qualificarmi per la seconda manche. Il contesto e l’atmosfera di Schladming sono stupendi, roba da far tremare le gambe a un esordiente, ma dovrò essere bravo a rimanere concentrato. Sono lì per gareggiare e quello deve essere il mio unico pensiero».

In questa stagione ha vinto tre slalom Fis, due nel mese di dicembre (a Passo Monte Croce e Pampeago) e l'ultimo la scorsa settimana a Skofja Loka, in Slovenia. Il suo futuro è da slalomista?

«Nella stagione passata ho conquistato la medaglia d'argento in discesa libera agli Italiani Giovani, ma tra i pali stretti mi trovo più a mio agio. Ho investito molto in questa specialità».

A Schladming ci sarà anche papà Sergio, storico capitano del Fassa hockey, sport che ha praticato anche lei, che sembrava destinato a seguire le orme del padre. Poi?

«Fino a 14 anni ho giocato a hockey nel ruolo di centro. Me la cavavo bene, ma poi ho scelto lo sci. Se avessi voluto provare a fare carriera nell'hockey, sarei dovuto andare altrove, mentre lo sci mi dava maggiori opportunità e migliori prospettive. Ho dovuto scegliere e penso di aver scelto bene».

C’è uno sciatore del Circo Bianco in cui si rivede?

«Guardando agli slalomisti, quello a cui mi ispiro è Kristoffersen. Non ho le sue caratteristiche ma è alto come me. Non potrei mai prendere come modello Hirscher: per struttura fisica non potrei copiare la sua sciata. Per esprimermi al meglio, devo riuscire a tenere la gamba lunga e a rimanere centrale».

Oggi Federico Liberatore aprirà il cancelletto con un pettorale attorno al 60 e a fargli il tifo ci sarà tutta la sua famiglia, mamma, papà e il fratello Daniel. Papà Sergio lo ha accompagnato in macchina a Schladming: che consiglio vuole dare a Federico? «Di divertirsi e di comportarsi bene, impegnandosi in quello che fa – replica Sergio – È la semplice chiave che può permettere a un ragazzo e a un atleta di realizzarsi nel proprio sport».

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