Djokovic re di Wimbledon grazie all’inedito tie-break 

Incredibile finale. Il serbo riesce a battere Federer dopo una battaglia lunga 5 set e risolta  da una unica palla sul 12 pari al 5°. “Nole”: «Ho vinto 3 tie-break ma il 3° è stato molto strano»



Londra. Al termine della finale più lunga ma anche più innovativa della storia, Novak Djokovic è tornato, per la quinta volta in carriera (come Borg), sul trono di Wimbledon. Il 32enne serbo, numero uno del ranking internazionale e del tabellone, nel match giocato sull’erba del Centre Court dell’All England Lawn Tennis Club di Londra, ha sconfitto lo svizzero Roger Federer, numero 3 del mondo e 2 del seeding, col punteggio di 7-6 (5) 1-6 7-6 (4) 4-6 13-12 (3). La sfida è durata quasi cinque ore. L’elvetico ha sciupato due match-point sull’8-7 al quinto, con il servizio a favore. Per la prima volta nel prestigioso torneo londinese un incontro di singolare è stato deciso con l’innovativo tie-break introdotto quest’anno sul 12 pari al quinto set.

Numeri da capogiro

Per Djokovic era il 6° atto conclusivo nella capitale inglese: 5 successi e 1 sola sconfitta. Per il 37enne elvetico invece era la 12ª finale nel Major britannico: 8 trionfi (record assoluto) e quattro ko.

Equilibrio

C’è stato molto equilibrio nella prima frazione (senza break), decisa al tie-break (7-5) in favore di Djokovic. Poi, nel secondo parziale Federer ha preso subito il largo, strappando il servizio al serbo sia nel primo che nel terzo gioco, prima di chiudere sul 6-1 (con un terzo break nel settimo game), approfittando di un momento di vistoso calo del numero uno del mondo, stranamente molto falloso. Nel terzo set i due protagonisti sono stati nuovamente testa a testa: Djokovic ha annullato sul suo servizio (sul 4-5) un set-point in favore di Federer e poi si è imposto nuovamente al tie-break (7-4). Nella quarta frazione l’elvetico ha strappato altre due volte la battuta al serbo, nel quinto e nel settimo gioco, prima di subire un break (il primo del match) nell’ottavo game, e si è imposto per 6-4. Nel set decisivo altalena di emozioni: prima Federer ha perso la battuta nel sesto gioco, poi Djokovic lo ha emulato nel game successivo. Poi ci sono stati di nuovo break e contro break fra il 15° e il 16° gioco, nel quale (sull’8-7 in favore dello svizzero) il serbo ha annullato due match-point all’elvetico. L’epilogo, infine, con il terzo tie-break su tre vinto da Djokovic.

Niente nona sinfonia elvetica

Lo svizzero ha dunque mancato la “nona sinfonia” sul verde britannico, per lui una sorta di giardino di casa, e anche il 21° successo nei Major. Fin qui ha vinto, oltre agli otto Wimbledon un Roland Garros, cinque US Open e sei Australian Open. Unidici, invece, le finali che Federer ha perso nelle prove del Grande Slam, compresi i quattro ko di Londra. Per il serbo era, come detto, la sesta finale a Wimbledon. Cinque i successi, nel 2011, nel 2014, nel 2015, lo scorso anno e quello odierno; una sconfitta, invece, nel 2013 (contro Andy Murray).

Nelle prove del Grande Slam era il 25° atto conclusivo per lui. Sedici i trofei conquistati: oltre ai cinque di Londra, in bacheca ha anche un Roland Garros, tre US Open, e ben sette Australian Open. In nove occasioni, infine, ha perso nella finale di un Major. I due finalisti si sono affrontati oggi per la 48ª volta in carriera. Fin qui Djokovic aveva vinto in 25 occasioni; mentre Federer aveva trionfato 22 volte. In particolare, sull’erba del Major londinese il serbo aveva avuto la meglio nelle finali del 2014 e del 2015; mentre Federer aveva fatto sua la semifinale del 2012.













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