Coach Buscaglia manda la sua Aquila dietro la lavagna 

«Male in difesa e nella lotta al rimbalzo». E intanto la società cerca di assicurarsi il lungo di Treviglio Mattia Palumbo


di Federico Fuiano


Se la prima vittoria in campionato deve ancora arrivare, l’Aquila si è già sbloccata in EuroCup contro il Partizan e, proprio grazie alla seconda competizione europea, vuole ritrovare il sorriso. Dopo aver perso nel posticipo serale sul campo di Cantù domenica scorsa, i bianconeri tornano in campo domani, quando alla BLM Group Arena arriverà lo Zenit San Pietroburgo (palla a due alle 20.30).

Al PalaDesio la formazione di coach Buscaglia, senza Beto e Lechthaler e con molti altri giocatori al 100%, ha mostrato uno dei suoi volti peggiori. Trento ha fatto vedere pochissime idee, soprattutto difensivamente, e ha faticato anche a trovare soluzioni adeguate in attacco: come accadeva negli anni passati, questa squadra è costruita in gran parte da giocatori capaci di esaltarsi all’interno di un determinato contesto tattico e le uniche eccezioni a questa regola non rappresentano ancora una certezza (Marble è lontano dalla condizione ideale). Per ritrovarsi e per sviluppare una propria identità, Trento ha quindi bisogno di tempo, lavorando giorno dopo giorno in palestra e sul parquet.

Secondo il coach Buscaglia l’Aquila ha pagato in difesa e nella lotta sotto i tabelloni. «Contro Cantù abbiamo trovato qualche buona giocata in più in attacco, specialmente nel primo tempo, ma non abbiamo giocato come avremmo voluto in difesa: cito i 20 punti segnati da Cantù in contropiede, siamo tornati troppo spesso lentamente in difesa. Inoltre segnalo i rimbalzi catturati dai nostri avversari, 48: nel complesso hanno pesato molto perché ci hanno tolto l’inerzia che abbiamo avuto all’inizio del match e ci hanno impedito di giocare in transizione con più continuità. Abbiamo finito la partita aggiustando un po’ la nostra difesa ma perdendo brillantezza e coralità in attacco, la fretta ha preso il sopravvento e ci è mancata circolazione di palla».

Una delle pochissime note liete della trasferta lombarda è rappresentata da Fabio Mian, che ha tenuto fede alla sua fama di tiratore realizzando per ben 5 volte dall’arco. «Non abbiamo messo la partita sui binari che volevamo, ci serviva un altro tipo di gara – ha aggiunto Mian–. Come accaduto contro l’Asvel, all’inizio dell’ultimo quarto eravamo a un possesso di distanza, ma poi ci è mancata la sterzata decisiva».

Pur essendo appena terminata la off-season, il mercato non si ferma mai e stando a radiomercato i bianconeri vorrebbero pescare ancora a Treviglio. L’obiettivo? Mattia Palumbo, esterno classe 2000, già nel giro delle Nazionali giovanili.

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