Battocletti, una medaglia d’oro da urlo 

Nadia è campionessa continentale di cross Under 20, la prima italiana a raggiungere questo traguardo


di Paolo Trentini


TILBURG (Olanda) . La prima donna italiana di sempre nella corsa campestre europea è Nadia Battocletti. A Tilburg, in Olanda, la diciottenne di Cavareno con una splendida progressione ha conquistato ieri il titolo continentale di cross nella categoria under 20 ed è la prima italiana in assoluto a salire sul podio nelle 25 edizioni sin qua disputate. Nadia ha coperto i 4,3 chilometri del percorso in 13'43”, superando in volata la svizzera Delia Sclabas (13'47”) e la turca Inci Kalkan (13'48”). Sotto la pioggia e sul fango di un percorso particolarmente impegnativo ricavato nella periferia del centro olandese, tutto si è risolto nel tratto conclusivo, con la volata vincente dell’azzurra che non perdona e costringe tutte le altre alle posizioni di rincalzo. In precedenza Nadia aveva tentato la fuga in salita nel secondo dei tre giri, prima di essere raggiunta dalle avversarie, ma la sensazione è che potesse averne ancora nella parte finale. Nell’ultima tornata l’olandese Jasmijn Lau ha provato a sorprendere il folto gruppo delle migliori, ha affiancato e superato Battocletti ma proprio questa azione ha fatto scattare la molla alla nonesa che ha progressivamente alzato sempre più il ritmo fino alla vittoria, mentre la padrona di casa pagherà lo sforzo e chiuderà quarta in 13'51”. Nadia con questa vittoria supera anche il papà-allenatore Giuliano, che ormai 20 anni fa si era laureato campione europeo senior a squadre di cross a Ferrara nel 1998, nel giorno in cui Sergiy Lebid ottenne il primo dei suoi nove titoli continentali. Ieri ha potuto raccogliere gli applausi per la terza medaglia in carriera: l'anno scorso si era messa al collo il bronzo dei 3000 su pista, agli Europei under 20 di Grosseto, e l’argento per team all’Eurocross di Samorin, in Slovacchia. Nel 2019 potrà pure difendere il titolo, visto che è nata nel 2000 e sarà ancora tra le under 20.

Se Nadia sperava in una gara di testa ed è riuscita addirittura a vincere, per Yeman Crippa che aveva le stesse ambizioni della collega più giovane, le cose non si sono concluse alla stessa maniera. Il sesto posto nella gara vinta da Inbrigibsten non può soddisfare il poliziotto giudicariese che si è potuto parzialmente consolare con la medaglia di bronzo a squadre, dietro a Turchia e Gran Bretagna. Dopo la “tonnara” del via, Yeman ha risalito la corrente e si è inserito rapidamente nel gruppo dei migliori guidato dallo spagnolo Adel Mechaal nel quale inizialmente ha fatto parte anche Ahmed El Mazoury. Pur non mostrando segni particolari di cedimento, Crippa ha subito l'accelerata data dai turchi Aras Kaya e Kaan Ozbilen a metà gara, quando hanno fatto selezione e, come i ciclisti hanno cominciato a darsi il cambio sicuri della vittoria. Yeman non è crollato, ha perso una ventina di metri e ha proseguito assieme allo svedese Napoleon Solomon. Il percorso pieno di acqua e fango favoriva le corse muscolari ed era meno adatto ai fisici esili, ma restare in scia a chi sta davanti è più facile. Per un attimo è parso che la coppia Solomon Crippa potesse rientrare ma poi l'ulteriore accelerazione in testa ha definitivamente fatto tramontare le speranze di vittoria prima e di podio poi. Quando il norvegese Filip Ingebrigtsen e il belga Isaac Kiimeli, staccano i più esili Kaya e Ozbilen, è chiaro che la volata per il titolo europeo sarà per l'atleta nordico, che concluderà davanti al belga il quale non potrà opporsi. Dietro, Crippa prova a limitare i danni e deve dare fondo alle energie per mantenere il sesto posto davanti al turco Polat Arikan ma dietro a Solomon. L'undicesimo posto di Daniele Meucci e il ventesimo di Neka Crippa, garantiscono il terzo gradino del podio alla squadra azzurra. Buono in assoluto, troppo poco per le ambizioni di Yeman.















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