Il ponte di Leonardo poteva funzionare



Progetto approvato. Il ponte disegnato nel 1502 da Leonardo da Vinci per unire Istanbul a Galata con un'unica campata di 208 metri (la più lunga dell'epoca), sebbene scartato dall'allora sultano Bayezid II, è stato invece promosso a 500 anni di distanza dagli esperti del Massachusetts Institute of Technology (Mit), che con una stampante in 3D hanno ricostruito un modellino in scala dimostrando che la struttura avrebbe funzionato perfettamente, resistendo anche alle eventuali deformazioni del terreno in una zona a rischio terremoti.I risultati dello studio sono stati presentati a Barcellona in occasione della conferenza dell'International Association for Shell and Spatial Structures. Il disegno di Leonardo "è stato fatto a mano libera, nel giro di 50 secondi, oppure è qualcosa di profondamente meditato? E' difficile dirlo", ma a giudicare dalla sua efficienza, il genio toscano "conosceva bene il funzionamento del mondo fisico", come sottolinea la giovane autrice dello studio Karly Bast, da poco laureata al Mit. Il progetto "è incredibilmente ambizioso, con una lunghezza 10 volte superiore a quella dei ponti del tempo", sottolinea la ricercatrice. L'analisi del disegno del ponte di Leonardo (fonte: K. Bast e M. Xie)   Insieme al docente di ingegneria e architettura John Ochsendorf e alla studentessa Michelle Xie, Bast ha esaminato i documenti storici, i materiali e i metodi costruttivi del Rinascimento e ha valutato le condizioni geologiche del sito in cui il ponte sarebbe stato costruito. Dopo questa prima analisi, ha realizzato un dettagliato modellino in scala della struttura che, sottoposto a test di laboratorio, ha dimostrato stabilità, resistenza ai carichi e all'assestamento delle fondamenta. Secondo gli esperti del Mit, il ponte si sarebbe dovuto costruire con blocchi di pietra e si sarebbe retto senza malta o cerniere, come i vecchi ponti romani.          









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