Per scompenso cardiaco 1,6 mln di giorni di ricovero l'anno



(ANSA) - ROMA, 15 OTT - Sono circa un milione le persone che in Italia soffrono di scompenso cardiaco e ogni anno 90.000 le nuove diagnosi. Prima causa di ospedalizzazione per malattie non chirurgiche, nel 2017 questa condizione ha causato 176.254 ricoveri, per un totale di 1,6 milioni di giornate di degenza.    Punta sull'importanza di spostare l'assistenza sul territorio la versione italiana delle linee Guida del Nice, tradotta dalla Fondazione Gimbe.    Malattia in crescita di pari passo all'aumento della vita media, lo scompenso cardiaco ha un impatto economico enorme: un paziente costa quasi 12.000 euro l'anno, tra visite, farmaci e ricoveri. "I dati del Programma Nazionale Esiti - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - documentano range molto ampi dei tassi di re-ospedalizzazione e della mortalità a 30 giorni, confermando l'estrema variabilità della qualità dell'assistenza". Per questo, la Fondazione Gimbe ha realizzato la sintesi in lingua italiana delle linee guida del National Institute for Health and Care Excellence (NICE), che saranno inserite nel Sistema Nazionale Linee Guida, gestito dall'Istituto Superiore di Sanità. Le linee guida Nice formulano raccomandazioni su vari aspetti, dalla diagnosi alla terapia, dal monitoraggio alla riabilitazione. Le evidenze scientifiche, puntualizza Cartabellotta, "suggeriscono che è indispensabile puntare su modelli organizzativi a gestione extra-ospedaliera, efficaci nel migliorare la qualità di vita e nel ridurre la mortalità e le re-ospedalizzazioni". In tal senso, le linee guida NICE puntano sulla riorganizzazione territoriale dei servizi grazie ad una stretta collaborazione tra un team specializzato e cure primarie, senza trascurare gli interventi sugli stili di vita. "Auspichiamo - conclude Cartabellotta - rappresenti una base scientifica sia per la costruzione dei PDTA, sia per l'aggiornamento dei professionisti sanitari, oltre che per una corretta informazione di pazienti e caregiver".(ANSA).   









Scuola & Ricerca



In primo piano