Malattie mentali,giovani conto manicomi ma ancora stereotipi



(ANSA) - ROMA, 13 DIC - Come si sentono i giovani davanti alle malattie mentali? Sono aperti e non vogliono i manicomi, ma ancora gli stereotipi sono diffusi, come quelli della pericolosità e della necessaria protezione. E' questo il risultato dello studio del progetto "No Stigma-Contro il pregiudizio in salute mentale" realizzato dal Dipartimento di salute mentale della Asl Roma 2 in collaborazione con gli insegnanti e gli studenti dei licei Charles Darwin, Pitagora e Bertrand Russel della Capitale. La malattia mentale è vista come una malattia biologica, ma non genetica o ereditaria e non è opportuno, secondo i ragazzi, aprire i manicomi, anche se affiora un'idea di reclusione per chi è pericoloso per la comunità. Emerge l'idea che i serial killer siano pazzi o malati di mente, e dunque vadano distinti dai non violenti. Per 61 studenti su 100 è vera l'affermazione secondo la quale chi uccide per gelosia o per una delusione amorosa è malato di mente. Sembrerebbe resistere il pregiudizio dell'inguaribilità: per 89 studenti è vero che se una persona è stata in cura da uno psichiatra, anche se guarisce è sempre a rischio di ricadute improvvise. Appare superato, invece, il pregiudizio sulla imprevedibilità (solo per 15 studenti su 100 chi ha una malattia mentale è imprevedibile) così come quello della incomprensibilità (77 studenti su 100 ritengono falsa la frase secondo la quale la malattia mentale è incomprensibile).    Una pericolosità immanente esiste ed è pronta a esplodere nel raptus (per 69 studenti è vera l'affermazione per la quale il raptus è il momento in cui si manifesta improvvisamente la pericolosità dei folli). "Il progetto - ha dichiarato Flori Degrassi, direttore generale della Asl Roma 2 - è un'importante iniziativa che ha come obiettivo il superamento dei pregiudizi e dello stigma sulla malattia mentale, partendo dall'analisi di quello che pensano gli studenti. "Da un lato c'è l'aspetto positivo della consapevolezza della negatività del manicomio e della esclusione, ma permangono ancora pregiudizi, dalla pericolosità alla imprevedibilità", spiega Massimo Cozza, direttore del Dipartimento di salute mentale. (ANSA).   









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