Interventi in diretta a congresso chirurghi ospedalieri



(ANSA) - VASTO (CHIETI), 13 DIC - Venerdì 14 dicembre a Vasto si ritroveranno i chirurghi abruzzesi per approfondire aspetti legati a prevenzione e tecnica del laparocele. L'iniziativa è di Carmine Lanci, direttore della Chirurgia dell'ospedale di Vasto e responsabile scientifico dell'evento, in collaborazione con l'Associazione chirurghi ospedalieri italiani, sezione Abruzzo, rappresentata dal coordinatore regionale, Roberto Vicentini, e dal consigliere nazionale Massimo Basti. Obiettivo dell'evento "Prevenzione delle complicanze in chirurgia laparoscopica dei laparoceli" è approfondire la prevenzione delle complicanze nella chirurgia laparoscopica del laparocele, una sorta di ernia che si forma su una cicatrice dopo un intervento di chirurgia addominale. È uno dei possibili inconvenienti della chirurgia laparotomica, in cui il chirurgo esegue un'incisione sull'addome di alcuni centimetri, a seguito del quale può verificarsi un cedimento della parete muscolare interna e si formi un'ernia a causa dell'età, lo sforzo o il sovrappeso. Il problema può essere risolto con intervento chirurgico eseguito in modo tradizionale o per via laparoscopica.    L'evento si svolgerà nella sala Aldo Moro, in piazza Rossetti, collegata in video con la sala operatoria dell'ospedale di Vasto dove saranno eseguiti in diretta alcuni interventi. Chirurghi di diverse regioni porteranno la loro esperienza per standardizzare la tecnica mini-invasiva riguardo alla chirurgia laparoscopica dei laparoceli e allo stesso tempo prevenirne le complicanze.    Contributo importante sarà offerto dalla Chirurgia di Vasto, che esprime un'attività chirurgica ordinaria, day surgery e d'urgenza, di oltre mille interventi annui e utilizza la tecnica laparoscopica per trattare gran parte della patologia delle vie biliari, in quella oncologica gastroenterica e colo-rettale, e nella patologia di parete tra cui il laparocele. Tale patologia si presenta come complicanza della chirurgia laparotomica e laparoscopica e ha un'incidenza tra l'1% e il 20% dei casi.    L'unico trattamento è quello chirurgico che può essere affrontato per via tradizionale 'open' o laparoscopica 'mini-invasiva'. Quest'ultimo approccio ha il vantaggio di accedere alla cavità addominale mediante 3-4 accessi di 0,5-12 mm e di lavorare con una telecamera consentendo una riduzione del dolore postoperatorio e tempi di ospedalizzazione più brevi.(ANSA).   









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