Fondo ticket, Cimo denuncia: con ripartizione rischio disparità Regioni



Il decreto sulla ripartizione del fondo sanitario di 60 milioni di euro per il 2018-20, previsto nell'ultima Legge di Bilancio per ridurre il peso dei ticket in sanità e in discussione domani, "rischia di validare una palese discriminazione tra le varie regioni a favore di poche, con assegnazione del 90% delle risorse a sole 5 regioni d'Italia". Lo afferma in un nota il sindacato dei medici Cimo. Per Guido Quici, presidente del sindacato, "tale applicazione del riparto, se confermata, rappresenta un ulteriore colpo alla sanità pubblica". "In un contesto che vede un aumento esponenziale dell'out of pocket- prosegue la nota- con evidenti difficoltà economiche di una larga fetta di cittadini soprattutto in quelle aree dove i Lea (Livelli essenziali di assistenza) non sono ancora assicurati, si assiste infatti ad una ulteriore disparità di accesso alle cure tra i cittadini italiani, disparità che di fatto è sugellata da una aspettativa di vita particolarmente bassa per alcune regioni del sud. Sembrerebbe quindi inascoltato lo stesso resoconto di Osservatorio Salute pubblicato alcuni giorni fa che denuncia, a chiare lettere, gli effetti distorsivi del federalismo sanitario" . "Come medici - prosegue Cimo - siamo preoccupati non solo per il settore che rappresentiamo, ma soprattutto per i cittadini e le famiglie, che vedono calpestati i loro diritti, e per le risorse pubbliche, che rischiano di essere ripartite ' alla rovescia'". "Ancora una volta - è la conclusione - invitiamo la politica a farsi vigile sulle conseguenze dell'applicazione delle norme e soprattutto di 'battere un colpo' per il rilancio del servizio sanitario pubblico, che deve diventare uno dei fattori per la crescita dei territori e degli standard di vita nazionali". Sono 60 i milioni annui da ripartire per il 2018-2020, secondo quanto previsto nell'ultima legge di bilancio per ridurre il peso del superticket in sanità, quei 10 euro in più fissi di compartecipazione da pagare per le prestazioni specialistiche. Il decreto di ripartizione del fondo sarà discusso domani in un incontro tecnico tra lo Stato e le Regioni, ma la misura fa già discutere. Esprime preoccupazione, sulla base delle anticipazioni in merito alla bozza di decreto, in particolare Cittadinanzattiva, spiegando che andrebbe a penalizzare il Sud, concentrando il 70% delle risorse in sole cinque regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Toscana), a sfavore di Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, che tutte insieme avrebbero a disposizione solo il 12,5% del Fondo. Il decreto ripartisce il 90% del fondo attraverso un unico criterio spiega l'Associazione: il volume di ricette di specialistiche ambulatoriali.  "Chiediamo - spiega Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva - che il decreto sia modificato introducendo anche tra i criteri di riparto anche l'accessibilità dei servizi, il tasso di rinuncia alle cure, l'aspettativa di vita ed altri indicatori". L'obiettivo sullo sfondo è arrivare all'abolizione del superticket stesso, ipotesi cui si discute da diverso tempo. "Abbiamo provato a farlo abolire con 40mila firme" spiega Aceti, che evidenzia come "l'effettivo gettito, come lo stesso decreto di riparto ribadisce, è pari a poco più di 400 milioni di euro l'anno, che sono esattamente la metà di quanto previsto dalla manovra che lo istituì".    









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