Esperto, bene Consulta, stessi diritti di cura per detenuti



(ANSA) - ROMA, 19 APR - "E' una scelta giusta equiparare il diritto alle cure fisiche al di fuori del carcere anche alla cure per le malattie mentali. A oltre 40 anni dalla legge 180, la legge Basaglia, la persona con disturbi psichiatrici deve avere la stessa dignità e gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini, anche se detenuta". E' il commento ad una sentenza della Consulta di Massimo Cozza, direttore del Dipartimento di Salute Mentale della Asl Roma 2, il più grande a livello metropolitano con un bacino di oltre 1,3 milioni di abitanti e che comprende il Polo di Rebibbia. "La possibilità di cura e riabilitazione per i detenuti con gravi problemi psichiatrici al di fuori del carcere - precisa - va però concordata e condivisa dalla Magistratura con i Dipartimenti di Salute Mentale, per avere la certezza di diagnosi e di percorsi di cura appropriati. Va chiarito poi che operatori della salute mentale devono curare e riabilitare, ma non possono e non devono svolgere compiti impropri di custodia e di controllo della pericolosità sociale". "Dopo questo passo in avanti - conclude Cozza - per restituire la piena dignità a chi soffre di disturbi psichiatrici la logica conseguenza è l'equiparazione sia dei diritti che dei doveri con l'abolizione del vizio totale di mente, per cui ancora oggi non c'è processo e pena detentiva per chi ha commesso un reato se al momento del fatto era incapace di intendere o volere. Con un giudizio ex post senza evidenze scientifiche ma legato ad una concezione del 'malato di mente' giudicato inguaribile, imprevedibile e pericoloso, che determinò la stesura del vigente codice penale del 1930, ormai anacronistico". (ANSA)









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