Da poca crema a poco sole,manca cultura esposizione a raggi



(ANSA) - ROMA, 18 MAG - "Manca, tra gli italiani, la 'cultura' dell'esposizione al sole". Strati di crema troppo sottili, se non veri e propri buchi nella schermatura, sono i due principali errori in cui ci si imbatte cercando l'abbronzatura. Ma anche "esporsi troppo poco ai raggi non fa bene, perché provoca carenza di vitamina D; problema più frequente in Italia che in tutti gli altri paesi europei". A fare al punto, è Domenico Centofanti, vicepresidente della Società Italiana di Medicina Estetica (Sime).    "Di crema solare, per far sì che schermi quanto riportato in etichetta, - ha spiegato oggi nel suo intervento al 39/mo congresso nazionale Sime - bisognerebbe applicarne due milligrammi per centimetro quadrato. Ma di solito se ne applica un quarto del necessario, e la quantità è direttamente proporzionata all'effetto". Altro frequente errore è "applicarla dimenticando parti sensibili come orecchie, collo e piedi". Se da un lato non ci si protegge bene, a volte si commette l'errore opposto, rifuggire troppo il sole, necessario a produrre vitamina D. Vero e proprio elisir di salute, quest'ultima, spiega Centofanti, "contribuisce a proteggere da osteoporosi, demenza, insonnia, problemi al sistema nervoso, ai polmoni e al metabolismo; aiuta anche a rinforzare il sistema immunitario".    Per questo, nel Nord Europa, c'è molta informazione, controllo e supplementazione. Cosa che non avviene in Italia. Come porre rimedio? La vitamina D si assume anche con cibi, ma la stragrande maggioranza si produce grazie al sole: "bastano 20/30 minuti al giorno a giorni alterni". La sua produzione è condizionata da latitudine, stagione, orario di esposizione e quantità di pelle esposta. Ma anche da caratteristiche individuali: "le persone giovani ne producono di più, quelle con pelle più scura ne producono di meno. L'assunzione di antibiotici, il colesterolo alto, e le patologie a carico di fegato e rene ne fanno produrre meno. Anche chi è obeso ne ha meno in circolo nel corpo, perché la vitamina D si accumula nel tessuto adiposo. Se questi equilibri funzionano male - conclude - supplementare vitamina D non porta a risultati".(ANSA).   









Scuola & Ricerca



In primo piano