Il signor Diavolo di Avati fa paura

In sala dal 22 agosto il suo ritorno al film gotico



(ANSA) ROMA 22 LUG - Il signor Diavolo di Pupi Avati, in sala dal 22 agosto in 200 copie distribuite da 01, fa paura ed è davvero un gran bel film che racconta, con la precisione dei dettagli (passione demoniaca per eccellenza), un'Italia che non c'è più: quella degli anni Cinquanta dove "i bambini erano immersi tra paura e sacralità", dove la Democrazia Cristiana dominava e le automobili avevano ancora curve e carattere. Siamo nell'autunno del 1952 in Veneto. Qui è in corso l'istruttoria di un processo per l'omicidio di un adolescente, considerato un demonio, ucciso da un coetaneo. Una cosa non da poco che vede coinvolta la Chiesa proprio alla vigilia delle elezioni politiche. 'Il signor Diavolo' tratto dall'ultimo romanzo omonimo (Guanda) di Pupi Avati, scritto, oltre che da lui, dal fratello Antonio e dal figlio Alvise e prodotto da Videa e Rai Cinema, è un ritorno ai demoni del passato del regista, al romanzo gotico e a quel 'La casa delle finestre che ridono' (1976) che è rimasto sempre nel suo cuore.













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