Spesa tricolore: noi i più presenti in etichetta 

Nel carrello l’italianità è il fenomeno più rilevante e il Trentino Alto Adige è la prima regione 



MILANO. Nel mondo l’Italia è considerata la patria del buon cibo. E anche per i consumatori italiani l’italianità rappresenta un “plus valore” quando si tratta di scegliere cosa portare in tavola, un motivo di orgoglio e di identità nazionale. Il riflesso sul largo consumo non si limita al fronte della domanda, arriva anche su all’offerta, come emerge con evidenza dallo studio condotto dall’Osservatorio Immagino Nielsen GS1 Italy: ben 17.053 dei 67.855 prodotti alimentari monitorati evidenziano sulle confezioni la loro matrice nazionale ricorrendo a elementi come il tricolore, la dicitura “made in Italy” o “100% ingredienti italiani”, oppure evidenziando una delle indicazioni geografiche europee (Dop, Igp, Doc e Docg).

L'elemento più utilizzato per connotare un prodotto come italiano resta la bandiera tricolore, che campeggia sul 14,3% dei prodotti e rappresenta il 13,9% del fatturato totale, e che, nel giro di un anno, ha più che raddoppiato il tasso di crescita (+3,0% contro il +1,2% dell’anno mobile precedente). Performance molto positiva anche per il secondo segmento, quello di quel 5,5% di prodotti etichettati con il claim “100% italiano”, che registrano un balzo in avanti dell’8,6% nel giro d’affari contro il +3,3% dei 12 mesi precedenti, grazie soprattutto a gelati, formaggi freschi (crescenza e mozzarella), merendine e carni confezionate.

Come ha fatto sin dalla sua prima edizione, l’Osservatorio Immagino ha misurato anche la presenza delle regioni sulle etichette dei prodotti alimentari e dei vini venduti in Italia. Un fenomeno importante e in continua espansione, in cui la regionalità si presenta come una sorta di italianità al quadrato, che fa leva sulle radicate tradizioni locali e sulle caratteristiche uniche del territorio italiano dal punto di vista morfologico, climatico, culturale e produttivo (Figura 2).

Il primo posto nella classifica delle regioni più “comunicate in etichetta” continua a essere occupato dal Trentino-Alto Adige, leader sia per numero di prodotti su cui è presente (1,3% del totale monitorato) sia per giro d’affari (oltre 327 milioni di euro, +5,8% annuo), e rilevante soprattutto tra spumanti, vini, mele, mozzarelle e speck. Al secondo posto della classifica per regioni c’è la Toscana, con 217 milioni di euro di vendite (in crescita annua del 9,4%). Al terzo posto si insedia la Sicilia.













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