Sft al bivio: “La Trentina” o la Romagna 

La mancanza di prodotto sta portando la cooperativa di Trento sud a dover scegliere fra due proposte. Domani assemblea


di Carlo Bridi


TRENTO. La SFT è al bivio: le conseguenze della mancanza di prodotto stanno portando la grossa cooperativa di Trento sud per la frutta a dover scegliere con urgenza una strada che possa portarla a contenere i costi troppo alti che gravano oggi sui prodotti conferiti dai soci. Un magazzino costruito per oltre 420 mila quintali di mele, ma che due anni fa ha visto una produzione di circa 80 mila quintali abbandonare la cooperativa per forti divergenze sulla conduzione della stessa da parte della vecchia dirigenza. Ora, i nuovi vertici (nuovo presidente e vice nonché nuovo direttore) si trovano ad affrontare con urgenza il problema. “Sono mesi che come Cda stiamo lavorando ad una ipotesi di soluzione del problema costi”, afferma il presidente Riccardo Forti «Abbiamo già convocato una prima assemblea informativa e per domani sera ne abbiamo convocata un’altra nella quale presenteremo le due ipotesi elaborate dal Cda dopo gli incontri con La Trentina e con APO Fruit. Le ipotesi che le due Op ci propongono sono assai diverse l’una dall’altra: l’APO Fruit propone di abbassare da subito i costi mentre con La Trentina, o meglio con tutto il sistema frutticolo trentino vista l’intesa raggiunta da La Trentina per la vendita della propria produzione tramite una società costituita assieme a Melinda, si tratta di andare a costruire un progetto territoriale con una ipotesi di programmazione cominciando da quella produttiva fino a quella commerciale condivisa. Un’altra differenza sta nel fatto che mentre per la Trentina le mele sono il frutto preponderante, per APO Fruit le mele sono solamente uno dei prodotti commercializzati. Certo, prosegue Forti, ad ambedue le Op fa molto gola la nostra consistente produzione di mele biologiche in un mercato dove la richiesta di questo prodotto è molto superiore all’offerta. Ma quest’anno tutta la produzione è molto ricercata perché la produzione è scarsa».

«Una cosa è comunque certa - precisa il presidente - nell’arco di due settimane vorremmo arrivare a una decisione: se prendere la direzione nord o quella sud. Questa decisione è urgente perché non possiamo più gravare sui nostri soci con costi di gestione che sono molto superiori a quelli della media di cooperative analoghe».

È possibile che a questo punto anche il gruppo di soci fuoriusciti 2 anni fa possano tornare in SFT? «È un problema che non ci siamo posti - precisa Forti - certo, è che se entreremo in Trentina faremo parte dell’organizzazione completa che prevede anche un utilizzo razionale delle strutture e del personale della Op. Dal canto loro i fuorusciti ritengono che non ci sia alcuna necessità di rientrare in SFT, in quanto loro sono soci della Trentina a tutti gli effetti e spetta a questa l’organizzazione più razionale dell’utilizzo di celle e sale di lavorazione. Ovviamente essendo quella di SFT una struttura molto razionale e moderna sarà utilizzata in modo razionale se la decisione dei suoi amministratori sarà quella di entrare in Trentina».















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