Sanifonds, erogati 4 milioni di contributi 

Parcelle mediche più leggere per 13 mila persone, utile di 536 mila euro: due anni da incorniciare


di Fabio Peterlongo


TRENTO. Dal 2016 tredicimila persone hanno pagato parcelle mediche «più leggere» grazie ai contributi di Sanifonds, il fondo sanitario integrativo regionale, che ha erogato oltre quattro milioni di euro. L’esperimento trentino ha destato l’interesse di Valle d’Aosta e Friuli-Venezia Giulia, che intendono seguirne le tracce. In attesa dell’assemblea che a fine aprile nominerà il nuovo Cda, il direttivo in scadenza traccia un bilancio dei primi due anni.

Il presidente Roberto De Laurentis delinea i numeri: «Gli iscritti sono 35mila, di cui 13mila hanno ottenuto un sostegno economico per 4.100.000 euro. Registriamo un utile di 536mila euro ed abbiamo accantonato 3 milioni e mezzo per il fondo per le non-autosufficienze, previsto nel 2019». Il direttore generale Alessio Scopa annuncia l’estensione dell’offerta ai familiari: «Dal 16 aprile, anche coniugi e figli potranno avvalersi del fondo: il costo sarà di 128 euro, versati dai datori di lavoro, per coniugi e figli maggiorenni, 75 € per i minorenni. La contribuzione è interamente deducibile».

Il vicepresidente Walter Largher propone che Sanifonds superi il «recinto» dei dipendenti pubblici: «Rispetto ai 27.000 utenti con cui siamo partiti, abbiamo registrato un incremento del +25% in due anni. Vogliamo allargarci ai lavoratori del commercio, dell’industria e dell’artigianato».

De Laurentis indica nell’attaccamento ai fondi nazionali il principale ostacolo: «Le categorie temono di dover versare due volte i contributi, una al fondo nazionale e una a quello regionale. Confesercenti versa 4 milioni di euro al fondo sanitario nazionale, dei quali 3,3 milioni restano a Roma. Ma nell’ultima manovra finanziaria si punta verso la regionalizzazione dei fondi». Scopa conferma come vi sia un interesse diffuso per l’esperimento trentino: «C'è stato un accordo tra Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna con il governo Gentiloni per la regionalizzazione della sanità integrativa. La Valle d'Aosta e il Friuli-Venezia Giulia vogliono imitare il nostro modello».

Largher promuove l’approccio regionalista alla sanità integrativa: «La regionalizzazione consente di adeguare l'offerta alle esigenze dei territori, non creando una concorrenza con il sistema sanitario pubblico, ma un'integrazione».

De Laurentis annuncia il cambio di governance: «Il 23 aprile l’assemblea eleggerà il nuovo Cda. Andrà trovato un meccanismo capace di riconoscere il peso delle diverse componenti categoriali: se entrano 10mila artigiani, andando a rappresentare il 25% della platea totale, è giusto che abbiano un’equivalente rappresentanza nel Cda»

Largher punta sullo snellimento delle procedure: «Dovremo trovare una modalità agile per ratificare le adesioni da parte delle nuove categorie, senza dover necessariamente riavviare ogni volta le trattative sindacali».













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